Intervista a Luba Manolova
Come è possibile abbattere sempre più barriere, attraverso il digitale, per costruire ambienti di lavoro che valorizzano la diversità di ogni persona?
Sono 12,8 mln le persone con disabilità in Italia, di cui 3,1 mln con disabilità gravi certificate, che ne causano l’isolamento sociale, e altrettante si stima siano le persone con disturbi specifici dell’apprendimento. Numeri che aumentano se considerano anche le disabilità temporanee, le disabilità invisibili. Inoltre, il 35,6% della forza lavoro nel nostro Paese è costituito da persone con disabilità o con DSA che necessitano di strumenti e luoghi di lavoro dove l’inclusione e l’equità siano garantiti. Il digitale è un grande abilitatore. Le nuove tecnologie possono essere un supporto davvero significativo affinché le persone con disabilità possano partecipare alla vita economia e sociale. L’AI di nuova generazione darà un ulteriore accelerazione a questo processo. Come Microsoft, vogliamo dare un contributo importante alle persone affinché possano vivere e lavorare come tutti. Lo facciamo lavorando a offrire prodotti e servizi “accessibili by design”, ovvero pensati per essere utilizzati da tutti già nella fase della loro progettazione. I nostri prodotti e servizi sono accessibili alle persone con disabilità: dal controller di Xbox, alle applicazioni per la collaborazione e la produttività di Microsoft 365, fino ai Learning Tools per gli studenti, le soluzioni Microsoft sono progettate per soddisfare le esigenze delle persone dotate di abilità diverse in tutto il mondo, garantendo a chiunque di creare, comunicare e collaborare su qualsiasi dispositivo.
Qual è il vostro approccio all’accessibilità e inclusione? Quali sono gli ambiti in cui vi state impegnando? Ci sono eventi in programma?
La nostra missione è già profondamente inclusiva: dare a ogni persona e a ogni organizzazione del pianeta la possibilità di ottenere di più. Ognuno di noi - indipendentemente dal livello, dal ruolo o dalla funzione - svolge un ruolo attivo nell’aiutarci a innovare per una società più equa e inclusiva grazie al digitale, in modo che ognuno possa portare tutto ciò che è e d il meglio di sé.
Inclusione e rispetto, tutela e valorizzazione della diversità sono valori imprescindibili e fondanti della visione di Microsoft, a livello globale e locale. L’azienda, infatti, è impegnata da sempre a proteggere e valorizzare i diritti di tutte le persone senza distinzione. Tutto parte dal fondamento della nostra cultura aziendale, il Growth Mindset, ovvero la convinzione che il potenziale non è predeterminato: tutti possono imparare e crescere. Aspiriamo a lavorare in un’azienda in cui le persone siano libere di essere curiose, di sperimentare e di condividere ciò che imparano e abbiano la possibilità di ripensare o ricostruire qualcosa che pensano debba essere ripensato o ricostruito, fallendo, imparando e migliorando. È sempre più evidente che l’inclusività rappresenta un vero e proprio valore per le aziende. Un’azienda inclusiva infatti, attrae talenti con competenze multidisciplinari e trasversali diversificate, terreno fertile per creatività e innovazione. Ecco che se non c’è inclusione e diversità, viene a mancare l’innovazione, motore della crescita, e quindi tutto il Paese perde competitività e opportunità di crescita. Stiamo imparando infatti che un’azienda più inclusiva e accessibile è un’opportunità anche di business perché un ambiente inclusivo porta le aziende a crescere di più. In uno studio del 2018 condotto in collaborazione con Accenture, è stato calcolato, per esempio che le 45 aziende considerate leader per i loro programmi di D&I avevano, in media, incrementato il giro d’affari del 28% in 4 anni.
In azienda siamo attivi su più fronti: per esempio nel 1989, l’orientamento sessuale è stato incluso per la prima volta all’interno delle policy aziendali di non discriminazione, mentre nel 1993 Microsoft è stata la prima azienda al mondo a dare alle coppie dello stesso sesso i medesimi benefici garantiti alle coppie eterosessuali.
Nel corso degli anni, abbiamo consolidato il nostro impegno per affrontare l’ingiustizia razziale e problematiche relative all’immigrazione e sostenere i diritti di cittadinanza.
A livello locale, portiamo avanti sia iniziative di formazione interne, rivolte quindi ai colleghi, sia attività e progetti indirizzati alla comunità locale, come chiara testimonianza di un impegno che non si esaurisce in azienda. In tutti i Paesi in cui operiamo incoraggiamo anche l’adesione alle attività delle diverse community - Accessibility, Women, GLEAM (The Global LGBTQI+ Employees and Allies at Microsoft), Families, Give per mantenere vivo il dialogo e l’impegno congiunto di ogni dipendente per favorire un clima realmente inclusivo. Queste community includono capitoli globali con più gruppi di discussione e forniscono supporto, opportunità di networking, mentoring, e assistenza in attività che promuovono la consapevolezza culturale.
Già da diversi anni, infine, abbiamo avviato l’Alleanza per l’Accessibilità e l’Inclusione, un progetto che ci vede impegnati a tante altre aziende.
In cosa consiste l’Alleanza per l’Accessibilità e l’Inclusione?
L’Alleanza per l’Accessibilità e l’Inclusione è un progetto di ecosistema volto a stimolare il dialogo, lo scambio di idee e lo sviluppo di nuovi progetti per migliorare l’integrazione delle persone con disabilità e con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) nella vita sociale e lavorativa facendo leva sul digitale, affinché nessuno venga lasciato indietro. Si tratta di un’alleanza strategica ideata da Microsoft in Italia con aziende, istituzioni e associazioni per sviluppare insieme nuove progettualità a supporto dell’Accessibilità e dell’Inclusione nella vita quotidiana e in azienda, facendo leva sulle nuove tecnologie come Intelligenza Artificiale e Cloud Computing. Sono già numerose le imprese che hanno aderito: AID, Barilla, Crui, EY, Eni, Poste Italiane, Fondazione Adecco, Gruppo Sella, Unicredit, TIM e Valore D mettono a fattor comune competenze e esperienze per programmare e realizzare insieme a noi iniziative per aiutare le persone con disabilità e con DSA.
In quali progetti siete coinvolti a sostegno della salute mentale dei dipendenti?
Durante e dopo il difficile periodo del Covid ci siamo interrogati su come l’azienda avrebbe potuto dare un aiuto e sostegno concreto ai dipendenti. A livello Worldwide, e con specificità a seconda dei paesi, sono state quindi intraprese delle azioni volte a coinvolgere proattivamente le persone offrendo loro l’opportunità di ascolto e condivisione. Oltre ad organizzare momenti specifici con esperti esterni con specializzazioni differenti, che potessero affrontare le varie problematiche/criticità della sfera personale e professionale, ad ogni dipendente è stato messo a disposizione un supporto psicologico, ovviamente gratuito, sia on che offline per potersi confrontare con esperti psicologi e psicoterapeuti.
Qual è stata la reazione dei dipendenti di fronte a queste iniziative? Quali difficoltà e sfide avete incontrato durante questo percorso? Cosa pensate possa essere migliorato?
È un percorso lungo quello verso una società pienamente inclusiva ma vediamo come la D&I siano valori sempre più prioritari per le persone. In particolare i Millennials, che saranno il 75% della forza lavoro globale entro il 2025, affermano di voler lavorare in luoghi che riflettano questi valori. È una sfida su cui ancora dobbiamo impegnarci molto, ci sono opportunità da mettere a frutto con più forza. L’obiettivo primario è quello di eliminare i cosiddetti BIAS cognitivi ovvero i giudizi – spesso pregiudizi di cui non si ha piena consapevolezza - sviluppati sulla base delle informazioni in possesso. È importante eliminare queste barriere per garantire un ambiente di lavoro inclusivo da cui trarre prospettive diverse dalla propria, favorendo la collaborazione e la creatività.