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INTERVISTA A JOHN TANZELLA

Il successo di IGLTA a Milano
A cura di Redazione
10 Mar 2023

Dopo quasi quarant’anni dalla sua fondazione, la IGLTA Global Convention ha fatto finalmente tappa in Italia. Dal 26 al 29 ottobre Milano ha ospitato i massimi rappresentati del mondo del turismo LGBTQ+ mondiale. Ottanta tra i più grandi brand del turismo internazionale che hanno investito sul segmento turistico LGBTQ+ si sono ritrovati nel capoluogo lombardo per condividere i trend dell’ospitalità inclusiva, un aspetto non scontato che valorizza l’esperienza del viaggio.

Milano ha saputo accogliere questa opportunità di crescita, confermandosi – per citare le parole del sindaco Beppe Sala – “una meta turistica di grande richiamo nazionale e internazionale ed è una città aperta, tollerante, un punto di riferimento nell’affermazione e nel riconoscimento dei diritti civili”.

Realtà di successo come IGLTA sono il frutto dell’impegno di chi ogni giorno le rende più grandi. Oggi conosciamo meglio John Tanzella, ceo di IGLTA.

Com’era da bambino? Come è stato cresciuto?

Sono cresciuto a Boston, ma mio padre era pugliese, mia mamma, nata a New York, aveva origini napoletane. Quindi sono stato allevato in una famiglia di stampo tradizionale italiano. Ho avuto un’infanzia felice. Facevo sport, come l’hockey in inverno, mentre in estate giocavo nei campi di baseball. Avevo la compagnia di due fratelli, e, ovviamente, di cani e gatti. Insomma, la mia era una vera “middle class family”. Ho dei bellissimi ricordi di quando ero bambino, sono stato fortunato.

Che cosa ha studiato? Ha studiato nel suo Paese o anche all’estero?

Ho studiato all’Università della Georgia laureandomi in giornalismo, ma poi ho seguito un’altra strada. Subito dopo l’università, la mia prima esperienza è stata nel settore marketing e advertising. Dopo aver lavorato per Philadelphia Airlines, la mia carriera ha preso una strada internazionale. Mi sono trasferito a Firenze per tre anni, poi Washington DC, dove ho lavorato per l’ufficio turistico di Washington e poi per Human Rights Campaign (movimento incentrato sulla mobilitazione di coloro che immaginano un mondo rafforzato dalla diversità, in cui le nostre leggi e la nostra società trattino tutte le persone in modo equo, comprese le persone LGBTQ+ e quelle che sono emarginate in maniera multipla), poi vicino a Miami, dove sto ora.

È interessante. I viaggi e i diritti civili sono sempre stati nella sua storia.

Si, è vero. Quindici anni fa, quando mi sono spostato vicino a Miami, sono entrato in IGLTA. Con noi collaborano fondazioni che si occupano di ricerca e di educazione. Ad esempio, lavoriamo spesso con l’università Bocconi.

Qual è stato il suo primo lavoro e quali aspettative aveva quando ha iniziato?

Come dicevo prima, il mio primo impiego è stato presso Philadelphia Airlines. Anche i miei genitori lavoravano in questo campo, per cui da bambino viaggiavo tantissimo con loro. In un certo senso questo mi ha preparato al mio primo compito in IGLTA: aiutare l’organizzazione a diventare più internazionali. All’epoca molte delle nostre membership erano in USA e Canada, ora invece siamo attivi in ottantadue paesi nel mondo. Ovviamente ciò che facciamo negli USA o in Canada è diverso da ciò che facciamo in Asia o Africa. Paesi diversi implicano livelli diversi di accettazione e inclusione delle diversità e quindi approcci differenti.

Da questo punto di vista, come vedi l’Italia?

Partiamo dalla premessa che amo l’Italia. È un Paese che è cambiato tantissimo. Quando abbiamo iniziato a lavorare con l’Agenzia Nazionale del Turismo in Italia, circa dieci anni fa, non avremmo mai pensato di fare una convention qui. Ma le cose si sono evolute, c’è molto più interesse all’inclusione e apertura alla diversità. La situazione sta cambiando è innegabile. Ora bisognerà capire cosa accadrà sul fronte dei diritti civili con il nuovo governo…

Che cosa significa per lei diversità?

Per rispondere a questa domanda, ti racconto la comunità di IGLTA. Non includiamo solo persone LGBTQ+, ma anche persone di etnia, età, provenienza geografica diversa. Cerchiamo di supportali, dare loro una voce e visibilità.

John Tanzella

Come ha visto cambiare la D&I da quando è nata l’IGLTA?

Quando ho iniziato c’era la tendenza da parte della società civile a considerare solamente omosessuali, uomo o donna, bianchi. Ora fortunatamente non è più così. Le altre comunità che sono sempre state marginalizzate ora vogliono essere visibili, vogliono essere sé stesse.

Quali sono i principali obiettivi di IGLTA della sua organizzazione?

Dipende da dove operiamo, ma sicuramente è duplice: aiutare i piccoli business ad evolversi e fare ogni anno progetti di ricerca per capire le necessità dei viaggiatori. Ad esempio, il prossimo anno faremo uno studio famiglie viaggiatrici dello stesso sesso. Come accoglierli? Come valorizzarli? Quali sono i loro bisogni? Inoltre, collaboriamo con le università creando vari programmi formativi, come il Master’s in LGBT Tourism all’Università di Barcellona.

Parlando di diversità e inclusione, quali problemi devono essere risolti oggi e quali cambiamenti sono previsti per il prossimo futuro?

Pensiamo alla comunità LGBTQ+, non ci sono solo persone gay o lesbiche bianche. Ne fanno parte persone di colore, di religione differenti, persone non binarie, transgender, eccetera. Il cambiamento è in atto, ma c’è ancora molto lavoro da fare.

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