Il TEATRO CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO PER PURIFICARE ED UNIRE OLTRE I CONFINI
La catarsi, nota come "katharsis" in greco, significa “purificazione” (Catarsi di Maria Vittoria Strozzi. Treccani, Atlante, Roma, 2020) ed è ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento di emergenza climatica. Sono fermamente convinto che tale emergenza debba essere comunicata non solo attraverso dati scientifici, ma anche tramite l'arte. Il teatro, ad esempio, ha il potere di scuotere l'animo di ciascun*, suscitare una presa di coscienza sulla gravità della situazione e alimentare l'immaginazione per creare una visione rigenerativa, equa, giusta e sostenibile. Una visione per la quale vale la pena lottare. Dal 2023, ho l'onore di essere il referente italiano di Climate Change Theatre Action (CCTA), un movimento culturale e un festival teatrale globale contro il cambiamento climatico, che coinvolge artist* da tutto il mondo. Oltre alla componente artistica, promuoviamo anche azioni concrete a sostegno del clima, sia a livello civico, politico che ambientale. Coinvolgiamo la comunità scientifica e le università, solo per citarne alcune, per creare sinergie multidisciplinari e affrontare questa sfida globale. (“Cambiamenti di Rotta 2023”: il teatro nell'Oasi degli Alberoni di Silvia Bolognini, Metropolitano, Venezia, 2023).
Durante la messa in scena a Venezia di Mirror Mirror di Camila Le-Bert, ho coinvolto, nel ruolo di corifei, gli attivisti e le attiviste del WWF e di Extinction Rebellion, insieme al loro gruppo performativo Brigata Red Rebel. Ho invitato loro a fungere da testimoni e giudici sul tema della giustizia climatica. Ho voluto far dialogare, attraverso il teatro, questi due movimenti che, sebbene condividano obiettivi comuni, si differenziano nei metodi.
Nella mia carriera di attore ho avuto l'opportunità di lavorare con Ellen Stewart, pioniera del teatro di ricerca e fondatrice del Cafè La MaMa di New York. Mi raccontò che durante uno spettacolo a Gerusalemme riuscì a far dialogare gruppi israeliani e palestinesi. Il suo era un teatro che abbracciava il mondo intero. Ispirato dalla MaMa e dalla ritualità e universalità del suo teatro, ho voluto includere anche i riti sacri delle popolazioni indigene in Mirror Mirror. Ad esempio, ho reinterpretato il rito del ghiaccio del pellegrinaggio di Quyllurit'i, riconosciuto dall'UNESCO come Patrimonio Immateriale dell'Umanità e minacciato dai cambiamenti climatici. (Anche il teatro contro il cambiamento climatico, WWF Italia, Roma, 2023).
La mia scelta di includere questi elementi è stata motivata dalla necessità di creare un momento simbolico di ritorno alla natura, attraverso una prospettiva non occidentale, sottolineando l'importanza della purificazione. Volevo che diverse voci si unissero, superando l'idea dei confini grazie a un'intenzione universale comune. Da anni, il concetto di confini è stato un interrogativo fondamentale nella mia ricerca e produzione artistica. I confini sono importanti perché ci permettono di affermare la nostra individualità e ci consentono di percepire mondi diversi da diverse prospettive. Tuttavia, i confini possono anche creare barriere alla creatività. È l'apertura mentale che favorisce un processo creativo efficace. (Giovanni Morassutti: arte e ambiente insieme in un progetto, Ambiente & Ambienti, Lecce, 2021).
Proprio per questo motivo, ho fondato Art Aia - Creatives In Residence, una residenza internazionale per artist*. Questo spazio offre occasioni di incontro e sperimentazione nel campo della creatività, con particolare attenzione alle pratiche artistiche sostenibili. Infine, il teatro, quando realizzato con maestria, supera i confini perché possiede l'essenza stessa della vita (Strasberg legacy: The history and peculiarities of the discussed ”Method” and the ”Organic Creative Process” di Giovanni Morassutti, Amazon, 2021), quella vibrazione umana in grado di trasmettere messaggi che possono aiutarci nella battaglia più grande del nostro secolo: la difesa del nostro pianeta, il bene più prezioso che abbiamo.