IL POTERE DELLA NEURODIVERSITÀ

26 Set 2022

L'inclusione secondo Baker Hughes 

a cura della Redazione

"Il mio nome è Elisabeth Wiklander e sono autistica". È al centro del palco, la schiena dritta e l'atteggiamento determinato. Inizia così il suo speech alla Ted Conference di Goteborg, in Svezia. Probabilmente nessuno sa che quella ragazza è una violoncellista stabile della London Philarmonic Orchestra, una delle più prestigiose formazioni al mondo. Elisabeth ama la natura, è una provetta arrampicatrice. All'età di ventotto anni le viene diagnosticata la sindrome di Asperger. Fino ad allora, non aveva spiegazioni per i suoi pensieri e comportamenti talvolta diversi. 

Avrebbe potuto iniziare il suo discorso in mille altri modi, ma ha preferito presentare la parte di sé più intima, per lei più importante. "Secondo voi cos'è la neurodiversità? Una disabilità? Un disturbo che dura tutta la vita?", chiede alla platea. La verità è che "l'autismo può portare con sé abilità e doni incredibili". È limitante definirlo una disabilità. Per Elisabeth "nessuna diagnosi può veramente spiegare le mille sfaccettature dell'autismo". 

Da questa considerazione è iniziato il viaggio nella neurodiversità di Baker Hughes, un'azienda di tecnologia al servizio dell'industria dell'energia. Un percorso sicuramente in salita, del quale però Baker Hughes ha percorso già una parte significativa, andando ben oltre al semplice includere tutte le diverse abilità e unicità che le persone portano con sé. 

Diffondere consapevolezza e valorizzazione di tutte le abilità in azienda, consolidando una conoscenza specifica della cultura e dell'architettura inclusiva che possa essere diffusa anche oltre l'ambiente di lavoro: questa la prima tappa verso la meta.

La creazione di un team ad hoc focalizzato sul Disability Management in Baker Hughes ha svolto un ruolo fondamentale: oggi vengono garantite l'accoglienza e la gestione della disabilità caso per caso, consentendo a tutt* di essere messi nelle migliori condizioni possibili per esprimere il proprio potenziale.

Da questo punto di vista, il sito di Firenze rappresenta un esempio virtuoso di inclusione. Qui da alcuni mesi, l'azienda sta portando avanti un progetto focalizzato sulla Neurodiversità. In particolare, con l'obiettivo di poter contare su una forza lavoro sempre più diversificata, sono state inserite nel team Digital Technology alcune persone con disabilità nello spettro autistico, grazie alla collaborazione di un'agenzia per il lavoro specializzata nel recruiting di talenti neurodiversi. 

Dal mese di aprile è iniziata la collaborazione con questi professionisti che si sono rivelate essere risorse preziosissime e molto competenti in quest'ambito. I partecipanti al progetto sono stati inseriti in un gruppo di lavoro, composto da circa 60 persone con competenze molto diverse, che si occupa di sviluppo software cloud native in modalità Agile/DEVOPS, del team Digital Technology (DT) di Baker Hughes. Le risorse sono state inserite con la mansione di tester in progetti strategici di sviluppo per le soluzioni digitali sviluppate dal laboratorio, che riguardano principalmente l'aspetto finanziario, supportando l'azienda e il management nel processo decisionale. Come gli altri membri di questo specifico team DT, operano da remoto per il 100% del loro tempo lavorativo.

Più nel dettaglio, i tester controllano che le diverse funzioni del software siano implementate correttamente, e che gli errori e le anomalie siano gestite in maniera opportuna.

I responsabili dei team di lavoro sono affiancati da un coach che si è soffermato - soprattutto nella fase di start-up del progetto - sui punti di forza e di attenzione delle varie persone, formando il management a individuare e gestire correttamente i segnali di stress. Grazie a questo affiancamento continuo e a una corretta pianificazione dei carichi di lavoro, le risorse hanno mostrato risultati interessanti in termini di produttività paragonabili all'inserimento di lavoratori senza queste disabilità. 

"Ad oggi in Baker Hughes abbiamo due progetti attivi a livello globale sul tema neurodiversità, e siamo orgogliosi che uno di questi sia portato avanti in Italia, nel nostro headquarter fiorentino" ha commentato Lorenzo Tanganelli, che dal primo ottobre sarà CIO Industrial & Energy Technology (IET) di Baker Hughes."Si tratta di un progetto che ci sta insegnando molto, in particolare sul tema della formazione dei people leader, per guidare un approccio inclusivo e permettere a ognuna di queste persone di esprimersi al meglio in campo lavorativo. In questo senso, stiamo coinvolgendo una terza parte specializzata il cui ruolo si sta dimostrando essenziale in questa fase iniziale".

In un contesto del genere la spinta dal basso gioca un ruolo fondamentale. All'interno di Baker Hughes ci sono numerose iniziative supportate dagli ERG (Employee Resource Group), gruppi volontari gestiti dai/dalle dipendenti che si organizzano per promuovere un ambiente di lavoro diversificato e inclusivo dando voce a gruppi che normalmente avrebbero poco ascolto. Negli ERG si aggregano parecchi interessi e tematiche differenti, dalla diversità di genere e di orientamento sessuale, al volontariato, alla genitorialità e disabilità. Queste occasioni di incontro e confronto sono essenziali per diffondere la consapevolezza riguardo a ogni tipo di diversità. Da questo punto di vista il dialogo è tutto, per capire e essere capiti, per includere e essere inclusi. Poco prima di scendere dal palco di TED Talk, Elisabeth racconta al pubblico in sala di quando decise di rivelare sui social media la sua diversità. "Il 2 aprile 2015 ho annunciato il mio autismo sui social media e ho iniziato a parlarne con tutti, apertamente. Bang! Così, all'improvviso. Ammetto che è stato assolutamente terrificante, perché avevo conosciuto quello che c'era là fuori, lo stigma, il pregiudizio. Avevo molta paura che la gente non mi accettasse". Fortunatamente, nulla di tutto questo è successo. La vita di Elisabeth è cambiata completamente, in meglio. Ora è felice di poter essere se stessa, sempre e senza eccezioni. Questo è ciò a cui deve tendere oggi un percorso di inclusione, nelle organizzazioni e nella società. 

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