IL POTERE DEL LINGUAGGIO
In un mondo globalizzato e digitalizzato, la comunicazione verbale è diventata uno strumento indispensabile per esprimere se stessi e interagire con persone diverse da noi (per genere, lingua, orientamento sessuale...), provenienti da tutto il mondo. Il linguaggio è il mezzo più potente che possediamo: espressione di pensieri e sentimenti, riflette chi siamo, confermando la nostra individualità all’interno di un ecosistema internazionale, senza confini, caratterizzato dalla diversità. Dell Technologies, una delle più grandi società tecnologiche al mondo, crede nell’immenso potere del linguaggio. È evidente che la comunicazione internazionale sia ancora oggi influenzata dalle differenze culturali. Ogni cultura ha, infatti, sviluppato il proprio linguaggio sulla base di regole e valori e lo ha tramandato nel tempo, per generazioni. Per questo può accadere che, all’interno di un team di lavoro, persone di culture diverse abbiano un approccio differente al business o alla strategia da adottare per raggiungere obiettivi comuni. Capire come comunicare in modo efficace è diventato per noi fondamentale.
La diversità in Dell Technologies non si traduce solo nelle differenze culturali o di lingua, ma anche nel modo in cui le persone si percepiscono e percepiscono gli altri, poiché queste impressioni influenzano interazioni e strategie di comunicazione. Infatti, anche quando viene utilizzata la stessa lingua, le persone spesso possono interpretare le informazioni in modo diverso, per via di meccanismi inconsci e involontari, che determinano il loro modo di vedere il mondo e la realtà che le circonda. L’inconscio por ta a favorire individui che sono più simili a noi, rimarcando invece difetti nelle persone che reputiamo più distanti. L’inconscio, inoltre, porta a cercare o interpretare informazioni che rafforzano le nostre percezioni, evidenziando ciò che conferma il nostro punto di vista e ponendo in secondo piano aspetti che lo potrebbero contraddire. Ciò ci permette di creare un senso di identità di gruppo su cui basare la nostra posizione nella società. Noi crediamo che l’unconscious bias possa riguardare differenti aspetti, dall’etnia al genere, fino all'esperienza lavorativa pregressa e possa creare barriere che impediscano lo sviluppo di una cultura della diversità e dell'inclusione nell’ambiente di lavoro, danneggiando relazioni che potrebbero, invece, favorire idee creative e innovative. Questo per l’azienda avrebbe costi, in termini di potenziale perdita di talenti, di capacità di prendere decisioni etiche che avrebbero un impatto positivo sul mercato globale. In Dell Technologies è indispensabile che team leader e manager siano pronti a comunicare in modo efficace con lavoratori di diverse culture. L’unconscious bias può altresì ostacolare la comunicazione tra individui di orientamento sessuale diverso. Infatti, benché sia noto che donne e uomini comunicano in modo diverso, di solito finiscono per avvalorare una tesi comune basandola su modelli di comunicazione differenti. Molti tra noi infatti pensano “gli uomini non ascoltano” e “le donne sono poco concise e troppo emotive”: questi esempi rappresentano stereotipi inconsci che, se non affrontati, non permettono una comunicazione consapevole. Inoltre, questi pregiudizi, anche se inconsci, spesso si annidano nelle nostre culture, per cui è di fondamentale importanza che tutti ne diventiamo consapevoli.
In Dell Technologies abbiamo iniziato a sperimentare i nostri comportamenti e a rivedere le nostre convinzioni per scoprire nuovi metodi di comunicazione e per lavorare insieme in modo costruttivo, con l’obiettivo di sostenere la diversità e creare una cultura inclusiva che affronti pregiudizi inconsci con grande responsabilità e serietà. Secondo uno studio realizzato da Deloitte, ben il 64% degli intervistati ha affermato di aver sperimentato e/o assistito a pregiudizi nell’ambiente di lavoro. Noi di Dell Technologies siamo pronti a scrivere una nuova era, in cui la diversità diventi pilastro del nostro successo e fonte d’ispirazione e di innovazione nel settore tecnologico. In particolare, con il programma MARC (Many Advocating Real Change) offriamo a tutti i dipendenti, clienti e partner uno strumento che mira ad abbattere i pregiudizi e i comportamenti che ostacolano un ambiente inclusivo. Il programma prevede seminari, forum, momenti di confronto in cui si affrontano pregiudizi o credenze in modo onesto, per mitigare comportamenti inconsci avversi all’inclusione. Riconosciamo, infatti, che tali comportamenti tra individui possono avere profonde implicazioni sul posto di lavoro, non facilitando l’innovazione di cui siamo portavoci sul mercato. In particolare, nelle sessioni e in forum strutturati, discutiamo degli stereotipi presenti nella nostra società, del nostro modo di comunicare. Ci immaginiamo nei panni dell’altro, per essere persone migliori, pronte ad affrontare qualsiasi forma di discriminazione.
Ad oggi, oltre 20.000 dipendenti in tutto il mondo hanno potuto formarsi con il programma MARC. Tutti i team leader hanno seguito con successo il programma. Il nostro obiettivo è che tutti i dipendenti a livello globale completino il MARC entro la fine del 2021. Sessione dopo sessione, aiuteremo i nostri dipendenti a guardare il mondo anche da un’altra prospettiva, creando empatia nell’oceano di diversità che caratterizza la nostra comunità. Il pregiudizio inconscio e un linguaggio non inclusivo sono trappole in cui tutti possiamo cadere senza nemmeno saperlo e, come conseguenza, potremmo negarci l'opportunità di abbracciare la diversità, condividere idee diverse, punti di vista lontani e imparare nuovi modi di fare le cose. Viktor Frankl sosteneva che “fra lo stimolo e la risposta c’è uno spazio. In quello spazio si situa la nostra libertà ed il potere di scegliere la nostra risposta. Nella risposta si situa la crescita e la nostra felicità”. Non esisterà una risposta univoca a questa sfida anzi, sarà unica per ognuno di noi.