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IL MONDO CHE CAMBIA NELL’EPOCA POST-COVID

A cura di Riccardo Argento
27 Mar 2024

Se vogliamo cercare un lato positivo dell’epoca post-covid, possiamo trovarlo forse in un’attenzione sempre maggiore verso la salute mentale, da cui però deriva una maggiore richiesta di cure. 

Il Covid ha colpito non solo la salute fisica delle persone, ma ha fatto danni su una scala molto più ampia, quella della salute mentale. Come una pandemia nella pandemia, andando a colpire tutti i soggetti fragili, senza particolari distinzioni, e in tutte le fasce della popolazione. Una tra tutte, tenuta più ai margini durante l’emergenza, forse, è quella delle persone più giovani, dai e dalle giovanissimə bambinə delle scuole d’infanzia fino a studenti e studentesse universitariə. Tuttə abbiamo subito un qualche tipo di contraccolpo mentale da questa emergenza. E così si è fatto più caso alla necessità di supporto psicologico di cui moltissime persone hanno avuto bisogno. 

Si è parlato della scuola a distanza, della DaD, di classi che non si sono mai conosciute, di contatti persi, di bambini e bambine che hanno dovuto passare ore di fronte a un computer, confrontandosi presto con la tecnologia, per forza. Cosa si poteva pensare, con una buona dose di pessimismo, se non che questi fossero anni buttati? Anni persi, esperienze di una spensierata giovinezza che non sarebbero state recuperate. Quante volte ci è stato detto che sono quelli i migliori anni della nostra vita? E proprio di quegli anni ci siamo sentitə derubatə. Ma non è solo la socialità che è stata colpita. Durante la pandemia, nella solitudine delle case in cui stavamo, sono stati messi i semi di una difficoltà ancora maggiore. Non tutti sono germogliati subito, ma gli effetti li abbiamo visti col tempo. Depressione, ansia, DCA, sono malattie che si sono fatte largo tra di noi con una crescita spaventosa, si sono moltiplicate come un virus e hanno contagiato tanti e tante. In questo mondo post pandemia ci troviamo a riconoscere che la salute mentale è importante tanto quanto la salute fisica. Al contempo, possiamo constatare come venga invece svalutata, considerata un di più o peggio, come qualcosa di sostituibile a una chiacchierata in famiglia o con amici e amiche. 

In questo ambiente nasce il bonus psicologo, che forse è già un simbolo della nuova attenzione al tema. Ma a cosa servono i simboli senza un’azione concreta alle spalle? Notizia dei primi di gennaio è che i fondi destinati alla cura dei DCA sono stati ridotti, una spesa inutile, ci sono altre priorità. È questo il tipo di azione che vediamo in atto, così come la mala organizzazione e la limitatezza del bonus psicologo. Ci rendiamo conto allora di come le nostre necessità cambino col tempo, che ciò che ritenevamo importante prima ora non lo è più così tanto e viceversa. Nel lavoro non è più la stabilità, il prestigio, a dominare le priorità dei nuovi lavoratori e delle nuove lavoratrici, ma la flessibilità, uno stipendio adeguato, il bilanciamento vita-lavoro. Caratteristiche che mettono al centro e in primo piano la persona.

Sembra quasi che ci si stia riprendendo il diritto di essere umani, di lavorare non secondo i ritmi dell’industria ma in equilibrio con i propri di ritmi, di star riscoprendo che nell’epoca della massificazione ci sono degli individui. Stiamo facendo un’operazione delicata di estrazione della persona dalla massa, come quando per fare una pubblicità si parla di una persona di cui si dice il nome e che viene mostrata e non possiamo fare a meno di empatizzare con essa. Ricordiamoci che siamo umanə, con sogni e ambizioni, ciascunə un ecosistema che va tutelatə e rispettatə. Ancora oggi per moltə andare dallə psicologə è un tabù, qualcosa di cui vergognarsi, un difetto, ma si può cambiare, cercando di normalizzare queste cure che non sono diverse dalla medicina fisica. Forse non saranno molto evidenti, ma questi mali sono endemici tra i ragazzi e le ragazze e spesso non gli viene dato il peso e l’importanza che meriterebbero. Ancora più importante è il porre l’attenzione su chi ci sta vicino, perché per lavorare in favore della salute mentale serve che non ci si isoli come individui ma si noti, veramente, l’altrə, senza pregiudizi. Come spesso accade, è necessario sviluppare una sensibilità anche su questi temi, per poterci permettere di accudire quest’aspetto delle persone, creando un sistema sanitario a supporto di chiunque ne abbia bisogno, perché per vivere bene non possiamo più ignorare quest’emergenza.

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