IL GLOBAL COMPACT DELLE NAZIONI UNITE - Aziende e organizzazioni stakeholder insieme per lo sviluppo sostenibile

29 Giu 2020

Daniela Bernacchi

Il Global Compact delle Nazioni Unite è l’iniziativa strategica di cittadinanza d’impresa più ampia al mondo. È stata proposta per la prima volta nel 1999 presso il World Economic Forum di Davos dall’ex-Segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan il quale, in quell’occasione, invitò i leader dell’economia mondiale presenti all’incontro a sottoscrivere con le Nazioni Unite un “Patto Globale”, al fine di affrontare in una logica di collaborazione gli aspetti più critici della globalizzazione. Nel 2000 l’iniziativa è stata lanciata operativamente dal Palazzo delle Nazioni Unite di New York e, da allora, ha coinvolto oltre 18.000 aziende attive in 163 Paesi nel mondo.
Ciascuna impresa aderente a questo grande movimento si impegna ad integrare nelle strategie, policy e operazioni quotidiane i Dieci Principi su diritti umani, lavoro, ambiente e lotta alla corruzione e, più ampiamente, i Global Goals 2030 e a promuovere lo sviluppo sostenibile nell’ambito della propria sfera di influenza. Il reporting sulla sostenibilità aziendale è un altro punto cardine dell’iniziativa: ogni attore business che ne fa parte, è chiamato a rendicontare con frequenza annuale i progressi registrati in termini di avanzamento dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Al fianco delle imprese, nel movimento, ci sono poi circa 3.500 enti non profit anch’essi impegnati per la trasformazione dei mercati secondo una logica etica, inclusiva, rispettosa dell’ambiente. La natura del Global Compact è, infatti, quella di un network multi-stakeholder, “luogo di incontro” fra il settore imprenditoriale e Università, Enti di ricerca, Associazioni, Fondazioni, Governi e Pubblica Amministrazione, ONG attive a livello locale o internazionale e, al suo interno, nascono sinergie e partnership profit-non profit per lo sviluppo sostenibile.

“Making Global Goals Local Business” è la sfida che il Global Compact porta avanti avvalendosi del supporto strategico ed operativo dei 68 Local Networks attualmente attivi al livello mondiale. In Italia, il Global Compact delle Nazioni Unite opera attraverso il Global Compact Network Italia (GCNI) che si è costituito in Fondazione nel giugno 2013 dopo dieci anni di attività come gruppo informale. Attualmente, la base italiana del movimento UN Global Compact si compone di oltre 300 aderenti (business e non business). Di questi, il 50% sono PMI. Il Network italiano agisce, anzitutto, per promuovere l’UN Global Compact ed i suoi Dieci Principi al livello nazionale, attraverso il dialogo istituzionale, la produzione di conoscenza e la diffusione di buone pratiche.

Dal 2016 è attivo all’interno del Network un percorso a supporto dei 17 Sustainable Development Goals (SDGs) contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Iniziative di punta sono il Business & SDGS High Level Meeting (CEO Meeting, luglio) e l’Italian Business & SDGs Annual Forum (SDG Forum, ottobre). Il primo consiste in una “tavola rotonda itinerante” che riunisce ogni anno Presidenti, Amministratori Delegati e Top Manager di grandi aziende italiane impegnate sui Global Goals, con la finalità principale di consentire un confronto di altissimo livello sui temi della sostenibilità e la condivisione di idee e pratiche innovative sull’integrazione degli obiettivi nelle strategie di business e, ove possibile, l’avvio di nuove partnership.

La prossima edizione, che si terrà a Milano in estate (o, in alternativa, via web se lo stato d’emergenza lo richiederà), sarà dedicata a “Colmare il divario della parità di genere: il ruolo dell’imprese” e, quindi, allo stato dell’arte e agli scenari futuri sull’SDG 5 in Italia.
L’SDG Forum è aperto alla partecipazione di aziende di vari settori produttivi, organizzazioni della società civile, istituzioni ed enti accademici ed è finalizzato, principalmente, a favorire un confronto multi-stakeholder di alto profilo sul ruolo che il settore privato è chiamato a giocare a supporto dell’avanzamento dell’Agenda 2030. Nell’ambito del Forum si costruiscono “ponti” tra le diverse esperienze registrate al livello nazionale e si avviano nuove forme di collaborazione e di progettualità condivisa per lo sviluppo sostenibile. Nell’ambito della quinta edizione che si terrà a Roma il prossimo autunno, si esploreranno sfide aperte e opportunità connesse in “Transition towards 2030”.

Per il 2020 UN Global Compact e i suoi Local Networks (tra cui quello italiano) si danno obiettivi di crescita ancora più sfidanti che in passato. Il mondo è entrato nella “Decade of Action” e mancano appena 10 anni alla scadenza del 2030 ed è, quindi, sempre più urgente coinvolgere nuovi attori nel movimento, soprattutto quelli che giocano un ruolo internazionale e strategico, per dare un impulso importante alla trasformazione economica, sociale e culturale. Per far fronte alla Decade of Action l’UN Global Compact ha messo a punto negli ultimi anni diversi strumenti web-based per supportare lo sforzo ancora più ambizioso ed audace richiesto alle imprese di tutto il mondo per realizzare a pieno l’Agenda 2030 ed azzerare finalmente la fame, le diseguaglianze di ogni tipo, la devastazione della biodiversità e del nostro pianeta. Fra questi, c’è la neonata piattaforma SDG Action Manager, ideata dal Global Compact insieme a B-Lab, come tool per l’assessment aziendale ed il potenziamento strategico sugli SDGs.

Come Global Compact Network Italia intendiamo recepire le priorità lanciate dal Global Compact Office di New York all’interno del nostro programma annuale, sia in termini contenutistici che di modalità dell’azione. Gender equality e lotta al cambiamento climatico, sono due dei topic che affronteremo nei prossimi mesi insieme ai nostri aderenti. Manterremo alta, inoltre, l’attenzione sul tema della finanza per lo sviluppo sostenibile: è, infatti, risaputo che una delle maggiori sfide all’attuazione degli SDGs sia rappresentata da un finanziamento adeguato - le Nazioni Unite stimano che ogni anno dovranno essere mobilitati circa 3-5 trilioni di dollari di investimenti per raggiungere gli obiettivi, e ciò non può essere raggiunto solo con fondi pubblici. C’è urgenza, quindi, di stimolare gli investitori in questa direzione e supportare il settore privato nella giusta allocazione del capitale finanziario a supporto dell’Agenda 2030. Sul fronte esterno, lavoreremo per raggiungere territori del nostro paese non ancora sufficientemente permeati dalla cultura della sostenibilità aziendale, rivolgendo un’attenzione speciale alle piccole e medie imprese. A queste, attraverso un roadshow dedicato alla sinergia fra Global Compact e SDGs, proporremo una nuova visione, insieme a strumenti utili per acquisire consapevolezza e “spostarsi” nella direzione indicata dallo sviluppo sostenibile. Per riuscire al meglio rispetto a queste sfide ambiziose ed urgenti, contiamo come sempre sul supporto istituzionale e la preziosa collaborazione dei nostri partner.

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