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Il futuro passa dall'education

A cura di Alessia Mosca
07 Lug 2023

In quale contesto e territorio si nasce continua a definire le prospettive dell’individuo. In Italia, in particolare, sembra ancora insanabile la forbice delle opportunità tra Nord e Sud, periferie e centri cittadini.

La situazione è andata peggiorando con il Covid, specialmente per le giovani generazioni: meno colpite dagli effetti della malattia, sono quelle che pagheranno le sue conseguenze più a lungo e più ampiamente – da una minore partecipazione scolastica, alle ridotte prospettive di lavoro e opportunità di riscatto sociale.

Nel nostro Paese la popolazione invecchia ed è in calo costante da anni la natalità, non più sufficientemente mitigata nemmeno dalle immigrazioni. Molti giovani, spesso con livelli di istruzione alti, se ne vanno all’estero allettati da una migliore valorizzazione degli studi effettuati. E intanto prosegue, si accresce e inizia sempre prima il divario tra chi può programmare i propri percorsi di formazione e chi non riesce nemmeno a immaginare di continuare dopo la scuola dell’obbligo.

Secondo il report “Mai più invisibili 2023” di WeWorld, organizzazione che si occupa di diritti di bambini e donne in 27 Paesi, il livello di inclusione delle condizioni dei bambini e adolescenti italiani è insufficiente, peggiorato quest’anno in particolare nelle aree di istruzione, salute e capitale umano. Stando allo scenario disegnato dal rapporto della Fondazione Cariplo, poi, i numeri di abbandono scolastico sono preoccupanti: nell’ultima rilevazione, l’Italia registra i tassi più alti in Europa, con circa 543mila giovani (il 13,1%) tra i 18 e i 24 anni che ottengono la licenza media e non proseguono poi ulteriormente la loro istruzione. La pandemia ha anche acuito i livelli di “dispersione implicita”, cioè i casi in cui si raggiunge il titolo di studio, ma non i traguardi minimi di competenze previsti, e visto crescere la percentuale di neet - oggi al 34,6% (39% se si considerano solo le ragazze), rispetto a una media OCSE del 15%. Contro questo quadro cupo risultano oggi cruciali alcune iniziative sparse sul territorio nazionale. Tra le altre, cresce l’avventura de “Il Cielo Itinerante”, nata nel 2021 a partire dalla preoccupazione sulle conseguenze delle chiusure delle scuole. In questi anni, l’associazione ha già attraversato l’Italia tre volte portando ai bambini “il cielo dove di solito non arriva”.

È evidente: l’esposizione e l’accesso alle opportunità per le nuove generazioni sono determinati dalle condizioni economiche delle famiglie, ma anche dalla possibilità di seguire percorsi di formazione di qualità; quindi, sono influenzati direttamente dal livello di fragilità della zona in cui si vive. Difficoltà oggi non più prerogative esclusive del Sud del Paese o delle aree più lontane dai centri urbani. Ma profondamente presenti anche nelle più ricche città del nord, con divari ampissimi visibili pure in zone adiacenti ai centri più benestanti. Andando direttamente nei luoghi di maggiore disagio, si comprende quanto sia determinante agire subito e partire avvicinando prestissimo i più piccoli alle STEM. Queste materie, abilitanti per il futuro, sono spesso ritenute troppo difficili, imparate (e impartite) male e abbandonate troppo presto perché possano risultare efficaci strumenti di riscatto.

Per intervenire adeguatamente, allora, è indispensabile cambiare i linguaggi e gli insegnamenti. Imparando a programmare un computer, per esempio, o permettendo, come fa Il Cielo Itinerante, di alzare lo sguardo al cielo, alla scoperta dell’osservazione dello spazio. Conoscendo meglio i sistemi - o guardando le stelle - si può vedere quello che c’è “fuori”, sollevare gli occhi oltre la situazione contingente.

Si tratta di lavorare pensando anche allo sviluppo del Paese. Una società che non si prepara ad affrontare le sfide come il cambiamento climatico, la denatalità, i flussi migratori, e che non si occupa di migliorare le condizioni dei suoi componenti, è esposta al rischio di soffrire e subirne le conseguenze invece di prepararsi per gestirle.

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