Violenza di generelavorocompetenze

Il futuro del lavoro è inclusivo

Luisa La Vecchia si occupa da oltre 20 anni di parità di genere nel mondo delle risorse umane, abbattendo barriere e promuovendo l’inclusione. Oggi è Regional Key Account Manager di Synergie Italia e componente della Commissione Pari Opportunità della Regione Piemonte
A cura di Valeria Pantani
28 Ott 2025

Secondo Luisa La Vecchia, Regional Key Account Manager presso Synergie Italia e componente della Commissione Pari Opportunità della Regione Piemonte per il secondo mandato, solo attraverso una cultura aziendale che valorizzi la diversità e l’inclusione è possibile costruire «team più forti, aziende più innovative e una società più giusta». Il suo background lavorativo vede, tra gli altri progetti, esperienze legate alle tematiche di genere in contesti internazionali, come Londra. Qui è entrata in contatto con una società così ricca di culture e personalità diverse tra loro che le disuguaglianze si annullano.

«Ciò che mi sta più a cuore è la parità di genere: come componente della Commissione Pari Opportunità della Regione Piemonte, mi impegno ogni giorno per abbattere barriere e promuovere ambienti di lavoro equi e inclusivi, dove il talento femminile possa davvero emergere e fare la differenza».

È fondamentale, inoltre, guardare ai e alle giovani. «Nel mondo del lavoro contemporaneo, l’inclusione e la parità di genere rappresentano sfide centrali che coinvolgono non solo uomini e donne, ma anche il dialogo intergenerazionale» ha spiegato La Vecchia. «Da un lato, le giovani generazioni portano avanti istanze di equità, diversità e sostenibilità, promuovendo ambienti più inclusivi; dall’altro, le generazioni più anziane, spesso cresciute in contesti lavorativi meno attenti a queste tematiche, si trovano a dover aggiornare competenze e prospettive. L’inclusione non deve essere vista come un traguardo, ma come un processo continuo di trasformazione culturale, capace di valorizzare le differenze generazionali e di genere come risorsa, non come ostacolo».

Guardando i dati del Global Gender Gap Report 2025, saranno necessari 123 anni per colmare il divario di genere a livello globale. Quali misure dovrebbero attuare aziende e istituzioni per ridurre questo gap?
Questo dato rappresenta un segnale forte che richiede un impegno immediato e coordinato da parte di aziende e istituzioni. Nel mio ruolo di HR consultant e componente della Commissione Pari Opportunità della Regione Piemonte, vedo quotidianamente come il cambiamento debba partire da una trasformazione culturale profonda. Le aziende devono adottare politiche e pratiche che favoriscano l’inclusione reale: formazione mirata alla leadership inclusiva e sistemi di valutazione che riconoscano equità e merito. Parallelamente, è cruciale che le istituzioni creino un contesto favorevole con politiche di welfare efficaci, incentivi per le aziende virtuose e norme che garantiscano la parità retributiva e la conciliazione vita-lavoro. La mia esperienza mi conferma che solo attraverso una sinergia attiva tra imprese, istituzioni e società civile è possibile creare ambienti di lavoro equi e inclusivi, accelerando il percorso verso una reale parità di genere. È una sfida complessa ma necessaria per costruire organizzazioni più innovative, resilienti e competitive.

Parliamo di educazione finanziaria: quali sono gli strumenti necessari per supportare le giovani donne e lavoratrici nel loro percorso di autodeterminazione, sia in ambito professionale che nella vita quotidiana?
L’educazione finanziaria rappresenta un tassello fondamentale per l’autodeterminazione delle giovani donne e lavoratrici. Dal mio doppio punto di vista (come consulente HR per grandi aziende e come componente della Commissione Pari Opportunità) ritengo che per supportare efficacemente questo percorso sia necessario agire su più livelli, con strumenti concreti e un approccio culturale integrato. Parità di genere significa che uomini e donne devono avere gli stessi diritti e le stesse opportunità in tutti gli aspetti della vita: questo vale anche per la gestione del denaro e le risorse finanziarie. Per raggiungere la parità finanziaria è necessario:

  1. garantire che donne e uomini abbiano uguale accesso a conti bancari, prestiti e servizi finanziari;
  2. promuovere l’educazione finanziaria per tutte le persone, senza differenze di genere;
  3. favorire politiche a supporto delle donne nel lavoro e nell’imprenditoria;
  4. combattere gli stereotipi che associano il denaro solo agli uomini.

Quando donne e uomini gestiscono il denaro nello stesso modo, tutta la società ne beneficia: si riduce la povertà, si crea maggior benessere e si costruisce un futuro più giusto.

La genitorialità e il lavoro di cura non retribuito pesano molto più sulle lavoratrici che sui lavoratori, limitando spesso le opportunità di crescita professionale. Com’è possibile garantire una conciliazione tra vita privata e lavoro?
Ritengo essenziale adottare un approccio integrato che coinvolga sia le aziende sia le istituzioni. Le imprese devono implementare politiche di flessibilità strutturate, welfare aziendale e percorsi di valorizzazione delle competenze di cura, mentre le istituzioni devono rafforzare normative di sostegno alla famiglia e promuovere una cultura di responsabilità condivisa tra i generi. Solo così sarà possibile creare ambienti di lavoro inclusivi e sostenibili, che favoriscano un equilibrio reale tra vita privata e professionale per tutte e tutti.

A questo proposito ringrazio la Commissione Regionale Pari Opportunità del Piemonte e la sua Presidente, Maria Rosa Assunta Porta, e Synergie Italia Spa.

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