Privilegi e alleanze

Il dono del privilegio

A cura di Doralice Bosio
18 Dic 2024

Nella newsletter Ok Boomer de Il Post, il 24 luglio
Michele Serra scriveva: “Vedere Il principe, la docuserie su Vittorio Emanuele di Savoia, lascia inchiodati a una delle più inesorabili leggi della storia umana, in vigore da secoli e forse per i secoli: il privilegio Alfa, quello che mette in fila qualunque altra forma di diseguaglianza e di discriminazione, è quello di classe, che molto spesso è anche di nascita.”

Non avevo bisogno di vederla per capire di cosa parlasse Serra, eppure la curiosità si è fatta largo dentro di me, così l’ho messa in lista. Guardatelo per rendervi conto che il privilegio non è mai una colpa: riceverlo è spesso principalmente frutto del caso. Il privilegio ci piove addosso dal nostro primo respiro. Ci sentiamo in colpa per averlo ricevuto eppure, razionalmente, lo trovo poco sensato. Nessuno dovrebbe sentirsi in colpa per averlo ricevuto o per esserselo costruito. Non è nemmeno obbligatorio o scontato che venga condiviso. Che i ricchi donino ai meno ricchi, che nascano fondazioni e che vengano elargite maxi donazioni ricorrenti a chi ne ha più bisogno è bello, nobile, forse il minimo, ma non è obbligatorio. L’unica cosa che dovrebbe essere obbligatoria, per rispetto nei confronti dell’umanità, è che non ci si possa approfittare del proprio privilegio a discapito degli altri. L’unica cosa che dovrebbe essere davvero uguale è la giustizia, la legge, i diritti ed i doveri. Eppure così non è, almeno qui, su questa terra. Possiamo farcene una ragione, possiamo piangerci addosso oppure lavorare di consapevolezza e condivisione.
Come? Cosa possiamo farcene di questo privilegio?

Possiamo scoprirlo, indagarlo.
Sofia Righetti ha creato anche una check list per persone con disabilità, guardando il privilegio dalla sua prospettiva. Una check list generica potrebbe essere infinita, oppure semplicissima:
Hai un tetto? Mangi?
Ti puoi permettere le visite mediche?
Sei cresciuto nell’igiene e nell’amore?
Ti è stato insegnato a sognare?
Hai potuto studiare?
Sai sciare?
In caso di necessità, sai di poter contare su qualcuno che ti aiuterà?
Pensi di poterti permettere di sbagliare?

Possiamo riconoscerlo.
Nella scala del privilegio c’è sempre qualcuno che sembra averne di più e qualcuno che indubbiamente ne ha di meno, anche in questo lato del mondo che - come cantava J-Ax “in fondo in fondo è perfetto”.

Possiamo donarlo                                                                
Chi vive in una situazione meno privilegiata della nostra. Attraverso il nostro lavoro, attraverso l’educazione, attraverso il volontariato, attraverso riforme e leggi inclusive, attraverso il rispetto del prossimo, condividendo le nostre competenze e conoscenze - costruite anche grazie al nostro privilegio - al mondo. Ricordare al mondo che l’ascensore sociale esiste. Ma ricordarci che ci sono luoghi nel mondo in cui le classi sociali si chiamano caste, altri in cui le tribù sono divise rigorosamente in fasce di età. Non possiamo applicare i nostri schemi occidentali al mondo intero. Non possiamo pretendere che la velocità dell’ascensore sia uguale indipendentemente dal grattacielo. Possiamo donarlo, con pazienza. Il privilegio ha tante forme e dimensioni. Tutti e tutte, soprattutto in questa parte di mondo che umilmente si chiama “primo”, ne siamo vittime e carnefici. Misurarlo è complesso e sì, il primo della lista forse è proprio quello di classe e dipende - spesso e volentieri - dalla sorte. Dal caso. Io nasco in Piemonte da piemontesi, tu da Masai in Kenia. Casualmente. Fortuitamente. (S)Fortunatamente.

Renderlo un dono è poesia, ma riconoscerlo è già una grande magia.

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