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Il debito nei confronti delle future generazioni

A cura di Simona Piva
06 Lug 2023

Vorrei iniziare questa “intervista doppia” ricordando uno dei tanti importanti interventi del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, secondo il quale occorre avere “consapevolezza del debito che si ha nei confronti delle future generazioni”; un debito non soltanto finanziario, ma che si esprime nel riconoscimento del ruolo dei giovani, nel disegnare con puntualità e in maniera adeguata un futuro. Non possiamo evadere la nostra responsabilità di fornire risposte.”

Alessandro Agosti, in qualità di Direttore HR hai incontrato, nel corso degli anni, tantissimi giovani. Come hai visto evolvere il mondo del lavoro nei loro confronti?

L’idea di entrare in un’azienda per restarci fino all’età della pensione è impensabile per un giovane che si affaccia oggi al mondo del lavoro. Il 60% dei giovani appartenenti alla Generazione Y vive ancora nell’ambiente protettivo della famiglia: il lavoro non è una necessità primaria. L’Italia inoltre è al primo posto in Europa rispetto alla percentuale dei cosiddetti giovani NEET (Neither in Employment or in Education or Training): il 24% nella fascia di età 1529 anni. Credo che tutto ciò sia in gran parte frutto sia del ruolo iper-protettivo delle famiglie che dell’apatia sociale che, purtroppo, investe tantissimi giovani.

Che cosa cercano i giovani, oggi, dal mondo del lavoro?

I giovani di oggi investono più sulle proprie passioni che su un’occupazione stabile o ad alto ritorno economico; sono attratti da aziende impegnate sul fronte della sostenibilità. Un buon work-life balance è fondamentale e condicio sine qua non: trovare un ambiente di lavoro che garantisca un bilanciamento adeguato tra vita lavorativa e tempo libero è il primo fattore di scelta quando si cerca un nuovo impiego. Le aspettative dei Millennials e della Gen Z sono molto diverse da quelle delle generazioni precedenti e le aziende devono imparare a tenere conto di questo grande cambiamento in corso: il benessere e la flessibilità, insieme alle opportunità di crescita, sono infatti diventate sempre più importanti nella scelta del proprio lavoro.

Nella vostra azienda la disponibilità alla mobilità territoriale è sempre stata considerata un valore aggiunto in quanto garanzia di flessibilità organizzativa e opportunità di accrescere le proprie competenze per il collaboratore. È ancora così?

Esclusa una piccola percentuale di giovani che, una volta terminati gli studi, si trasferisce all’estero in cerca di nuove opportunità, mi domando quanti ragazzi e ragazze siano oggi disposte/i a cambiare città, regione, zona geografica per inseguire un posto di lavoro. Credo che nelle giovani generazioni “l’effetto calamita” della famiglia, degli amici, degli interessi abbia un impatto molto più forte rispetto alla ricerca del posto fisso.

A tuo avviso, i titoli di studio hanno ancora un valore fondamentale nella ricerca di un’occupazione?

Oggi, e credo sempre di più in futuro, non si assume sulla base del curriculum vitae, ma valutando attentamente le caratteristiche e le soft skills dei candidati. Mi domando quindi quale valore avranno, in futuro, i titoli di studio. Le competenze verticali non informatiche saranno sempre più sostituite dall’intelligenza artificiale: se tutto ciò è vero, a cosa servirà l’Uomo in futuro? Credo che qualsiasi evoluzione tecnologica, anche la più estrema, non potrà mai sostituire integralmente la persona in quanto abbiamo innate e straordinarie capacità adattative, ci adegueremo e plasmeremo nuove realtà. Questo è accaduto in tutte le grandi evoluzioni della storia: la Rivoluzione Industriale, ad esempio, ha meccanizzato moltissimi processi, ma non ha mai sostituito e azzerato l’apporto fondamentale dell’uomo.

Che cosa consiglieresti a un/una giovane che si affaccia ora al mondo del lavoro?

Consiglierei di seguire le proprie passioni a prescindere dalle opportunità di trovare un’occupazione stabile. Viaggiare, fare esperienze di studio e/o di lavoro all’estero, essere connessi con chiunque dall’altro capo del mondo, entrare nel mondo delle start up… queste sono tutte meravigliose opportunità da cogliere al volo.

Alessandro Agosti HR Director Findomestic

Lorenza Ciacci, all’interno della tua Direzione Engagement, Media & Comunicazione risiede la funzione Responsabilità Sociale d’impresa. Allora ecco per te la prima domanda come racconteresti il futuro del nostro pianeta alle giovani generazioni?

Il cambiamento è già in corso e le giovani generazioni lo sanno meglio di tutt*: dobbiamo necessariamente modificare il nostro modo di vivere e questa è una responsabilità individuale. Ecco la vera sfida: cambiare le abitudini quotidiane, rinunciare alle comodità anche se si tratta di azioni semplici e banali (chiudere il rubinetto quando ci si lava i denti, utilizzare l’acqua con cui abbiamo lavato la verdura per innaffiare le piante, ecc.). 

Le aziende hanno un ruolo importante in questo processo di cambiamento?

L’impatto che le aziende possono avere in questo processo è fondamentale. L’impegno deve essere duplice: da un lato ridurre i consumi evitando gli sprechi, dall’altro supportare le fasce deboli della popolazione che non possono permettersi di sostenere i costi di questa trasformazione. Spesso, infatti, la svolta green è in contrasto con l’impatto sociale che tale cambiamento comporta (le auto elettriche sono molto costose, così come gli impianti fotovoltaici, ad esempio) e le aziende hanno il dovere di presidiare entrambi gli aspetti.

E il ruolo della scuola qual è? Ritieni che stia facendo la sua parte?

Il mondo della scuola si è già attivato da tempo su questi temi partendo fin dall’asilo: ci sono bellissimi progetti legati all’impatto ambientale, a quello economico-sociale, all’inclusione. Queste azioni sono fondamentali per sostenere e rafforzare il cambiamento in quanto le giovani generazioni portano cultura nuova all’interno delle proprie famiglie, danno il buon esempio, fungono da leva educativa per il proprio contesto familiare.

Questo processo di trasformazione richiede nuove competenze? Le troviamo già nelle giovani generazioni?

Il tema ESG è, oggi, primario: non esiste ambito in cui non sia chiamata in causa la sostenibilità. Di conseguenza non esisteranno, in futuro, professioni in cui non siano richieste competenze adeguate che a oggi mancano, almeno in parte. Fortunatamente la scuola non si è fatta trovare impreparata rispetto a questa esigenza già a partire dalle scuole secondarie per arrivare a una formazione specifica e iper-specializzata nel mondo universitario.

E dal punto di vista dell’inclusione, altro grande tema da cui oggi non si può prescindere, come ritieni evolverà la nostra società?

Credo che negli ultimi anni si siano registrati grandissimi progressi in tutti gli ambiti della DE&I: pensiamoall’evoluzione del ruolo della donna nel mondo lavorativo. A fronte dei progressi tangibili a cui abbiamo assistito c’è ancora tanta strada da percorrere. Il vero cambiamento ci sarà solamente quando non ci sarà più bisogno di lavorare su questi temi! Fortunatamente le nuove generazioni non hanno preconcetti: sono abituati, molto più di noi, a vivere nella diversità tanto da non sentire nemmeno il bisogno di parlarne.  

A tuo avviso, quale impatto sta avendo il fenomeno migratorio sulla società futura?

È indubbio che il nostro paese, con un indice di natalità tra i più bassi in Europa, ha bisogno di forza lavoro, ma ha soprattutto bisogno di un importante cambiamento che sia contaminato da culture diverse dalla nostra. Questo processo non può essere completo se non offriamo reali opportunità di integrazione a chi arriva nel nostro Paese: il rischio, altrimenti, è quello di creare un enorme divario sociale che genererà grandi tensioni. 

Concludo l’intervista così come l’ha aperta Alessandro: facendo nostre le parole del Presidente della Repubblica. “Occorre che tutti, i giovani in primo luogo, sentano su di sé la responsabilità di prendere il futuro sulle proprie spalle, portando nella politica e nelle istituzioni novità ed entusiasmo”.

Lorenza Ciacci Director Engagement, Media & Comunicazione Findomestic

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