IL CORO DEI PICCOLI CANTORI DI MILANO

02 Ott 2021

Un’esperienza di vita, canto e musica dal 1964

Il coro non è solo un insieme di voci. È, anche, un insieme di storie, di vissuto, di amicizia e di diversità. Ne è la prova il Coro dei Piccoli Cantori di Milano, un coro di voci infantili che, da quasi sessant’anni rappresenta una delle realtà artistiche più importanti del capoluogo lombardo.

Fondato nel 1964 da Niny Comolli, il coro, oggi diretto da Laura Marcora, è composto da quasi novanta bambini e bambine, provenienti da contesti sociali e famigliari tra loro molto differenti. 

L’Associazione dei Piccoli Cantori, infatti, mira alla valorizzazione delle potenzialità canore attraverso lo studio del canto, con attenzione alla dimensione sociale e umanamente costruttiva dell’esperienza musicale. 

L’esperienza corale costituisce, per molti bambini che provengono da situazioni di disagio (ad esempio appartenenti a una famiglia a reddito basso o di origine straniera), lo strumento per superare stereotipi e difficoltà che incontrano nei propri percorsi di integrazione.

È il talento la chiave per entrare a far parte dei piccoli cantori di Milano: ogni anno, la direttrice Laura Marcora seleziona - attraverso audizioni nelle scuole o oratori - i bimbi con una forte musicalità e una predisposizione naturale al canto. Le selezioni avvengono anche nelle zone periferiche della città, contribuendo all’ingresso di bambini di ogni ceto sociale e nazionalità. Ed è proprio la capacità del Coro di superare i limiti posti dalle condizioni di partenza la vera ricchezza vocale e culturale dei Piccoli Cantori di Milano

Ogni anno oltre il 30% delle famiglie dei bambini non può sostenere la quota richiesta per le lezioni, ma il Coro, da sempre attento all’inclusione, grazie alle donazioni di enti, aziende e privati, assicura comunque a questi bambini la possibilità di coltivare il proprio talento. Ma il coro non è esclusivamente canto: l’attività corale, infatti, assicura ai bambini provenienti da famiglie straniere una ricchezza ancora maggiore: la possibilità di sentirsi parte di un gruppo, favorendo l’integrazione dei bambini (e dei genitori) nel tessuto cittadino della metropoli. 

Perché il coro non è solo un insieme di voci; nel coro si sovrappongono anche le storie e le vite.

“Quando canto sono felice perché cantiamo tutti insieme, con molte persone”, racconta Chiara, entrata nei Piccoli Cantori a soli 4 anni e oggi 12enne. “È bello perché è un gruppo in cui ognuno sa quello che deve fare. La cosa più bella è stare tutti insieme. Nonostante le differenze di età e le diversità siamo un bel gruppo, molto unito”. 

“Chiara – aggiunge la mamma Silvia – non ha mai voluto fare la solista. Ci sono stati brani e concerti in cui ha cantato come solista, ma per lei cantare è cantare nel coro”. Sottolinea anche il grande arricchimento umano ricevuto: “Nel corso degli anni abbiamo condiviso serate, pomeriggi al parco, momenti di svago. Si sono create amicizie sincere. Abbiamo avuto modo di conoscere famiglie provenienti da Sri Lanka, Filippine, Cina. Nonostante le diversità – sottolinea – una volta arrivati al coro, i bambini diventano tutti uguali”.

E il concetto dell’inclusione viene sottolineato anche dalle parole di Francesca, oggi studentessa universitaria a Riga (Lettonia), che dagli 8 ai 13 anni è stata un Piccolo Cantore: “Quando ero nel coro, con me c’erano bambini di tantissime etnie, ma quando ero bambina non ho mai fatto caso a questa “diversità”. Non ho mai dato importanza al colore della pelle, agli abiti dei loro genitori, ai background differenti delle famiglie. Per me erano i bambini del coro”. 

“Quando sei un bambino – aggiunge ancora Francesca - non fai caso a queste distinzioni: se penso ad allora, non ho mai dato peso alla “diversità”, credo sia una cosa a cui magari fai caso quando cresci”. 

“Il coro ha regalato a me e ai miei amici esperienze straordinarie: siamo stati in concerto a Palermo per esibirci in una commemorazione in onore di Giovanni Falcone, ci siamo esibiti al Quirinale, abbiamo cantato in molte trasmissioni televisive. È stata una esperienza che mi ha cambiato, insegnandomi a rapportarmi con tante persone differenti”. 

Anche i Piccoli Cantori di oggi sottolineano l’impatto dell’esperienza del coro sulle loro vite. 

“Quando sono al coro mi sento importante – dice Nethuki, 13 anni, nata da genitori originari dello Sri Lanka. “Non pensavo di essere brava a cantare, credevo anzi di essere stonata. Poi sono stata selezionata per il Coro nel corso di un’audizione nella mia scuola”. “Da quando faccio parte del coro mi sento una vera musicista, adesso faccio anche una scuola media musicale, suono la chitarra e sono molto brava!”. 

A Nethuki, come a molti altri bambini e bambine nel corso degli anni, il coro ha regalato un’occasione che, altrimenti, non avrebbero avuto. “Se Laura (la direttrice del coro, ndr) non fosse venuta a fare le audizioni in classe - continua Nethuki - non avrei mai fatto una scuola di canto e non avrei mai iniziato a cantare. Adesso mi piacerebbe che anche mio fratello più piccolo iniziasse a cantare nel coro, ma ha ancora dei problemi con le parole in italiano”. 

“Dirigo il coro dal 1986”, racconta Laura Marcora “e in oltre 30 anni ho visto passare centinaia e centinaia di bambini, tra loro diversissimi. Ma c’è sempre stato un filo rosso comune tra tutti i piccoli cantori: la passione per il canto e il talento. Nello spirito del coro è questo che conta e, per questo, la nostra associazione vuole offrire a tutti le stesse possibilità e occasioni, superando i limiti legati alle situazioni economiche, sociali e culturali delle famiglie di provenienza”. 

www.piccolicantori.com

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