Famigliesocialepersonefamiglie

IL COMUNE DI MILANO E IL SUO IMPEGNO ATTIVO PER LE FAMIGLIE

Intervista a Diana De Marchi
A cura di Marta Bello e Maria Margherita Monticelli
24 Giu 2024

Buongiorno Gentile Diana De Marchi, ci racconta un po’ cosa fa il Comune di Milano per le famiglie?

Il Comune di Milano è molto attento e attivo in questo senso. Innanzitutto, si occupa di famiglie che sono in difficoltà economica e in cui ci sono minori, cercando di favorire percorsi di autonomia, interazione, e inclusione sociale, fornendo loro facilitazioni sia nella dimensione abitativa sia nell’accesso a servizi sociosanitari, anche attraverso contributi economici.

Da parte del Comune c’è la consapevolezza della grande difficoltà dell’abitare a Milano, con i suoi prezzi sempre più alti. Infatti, tra i nostri progetti abbiamo L’affitto genitori 2023, uno sportello nato per sostenere nuclei che hanno almeno unə componente under 35 e nel 2023 hanno avuto unə figliə, o hanno adottato unə minore, sono residenti a Milano e hanno un contratto d’affitto sul mercato libero.

Esistono poi i Servizi abitativi sociali SAS, i servizi abitativi transitori e i contratti di rotazione con acquisto a riscatto (a seconda della situazione il Comune dà un contributo distribuito in tre anni che può essere al massimo di novemila euro per ogni nucleo).Si attivano poi percorsi di sensibilizzazione contro le discriminazioni. Nella nostra città c’è infatti una casa dei diritti ed è stata approvata una delibera per un piano antidiscriminatorio nella nostra città con un osservatorio dedicato. E da anni accompagniamo percorsi di accoglienza e inclusione nella legalità. Da una recente mappatura risulta che le persone abusive nel nostro comune siano circa 500, tra cui molte famiglie in condizioni disperate. Stiamo cercando di capire chi sono, quali sono le loro necessità e come intervenire. Lə accompagniamo in case provvisorie, così da aiutarlə con azioni legate alle politiche sociali se le condizioni rientrano nei criteri di sostegno sociale. Altrimenti ci sono anche opportunità di progetti di riqualificazione importanti nella nostra città coordinati da prefettura nei quali si possono trovare soluzioni abitative alternative.

Quando parla di nucleo familiare, questo deve avere determinate caratteristiche per essere definito tale?

No, assolutamente no. Milano è cambiata tantissimo rispetto al tema delle famiglie, del fare famiglia, noi parliamo a tutte le famiglie. Ci sono traiettorie biografiche molto tortuose e complicate, talvolta anche temporanee. Il fare famiglia scompone e ricompone diversamente tante volte. In città si sono triplicati i genitori soli, soprattutto donne sole con figliə (spesso più di unə) che magari hanno un’occupazione fuori casa e quindi hanno bisogno di supporto. In tal senso abbiamo sviluppato una sorta di welfare autorganizzato, ispirandoci a un progetto nato in Francia che ha come cuore pulsante un piano di co-housing. Un altro esempio è lo sportello scuola aperte, in cui le associazioni riescono ad entrare in contatto con realtà sportive, musicali, teatrali per organizzare attività pomeridiane nelle scuole, aiutando così i genitori lavoratori e lavoratrici. Il contributo del terzo settore è fondamentale.

Anche la città si deve evolvere sapendo a chi deve rispondere. Stiamo lavorando molto per rendere la città sicura per le donne perché tutte le città sono state progettate da e per gli uomini.

E per quanto riguarda le famiglie LGBTQ+?Cerchiamo di favorire percorsi di educazione alla conoscenza e al rispetto delle famiglie lgbtqia+ per far sì che non ci siano discriminazioni. Investiamo molto su un’educazione sessuale e affettiva diffusa nelle scuole, che io renderei obbligatoria fin dal nido. Chiaramente poi prendere parte a questi progetti è una scelta delle scuole, da parte loro abbiamo notato un netto miglioramento e una buona apertura, il problema rimane la continuità. Oltre all’educazione preventiva, ci sono le case arcobaleno per lə ragazzə che vengono cacciatə dalle famiglie quando fanno coming out. Questo è l’intervento di cui sono anche più orgogliosa perché Milano è stata apripista e adesso abbiamo tre case arcobaleno. Però l’obiettivo sarebbe di non averne affatto.

A Milano ci sono molte bambine e bambini adottatə?

Stiamo lavorando molto sull’adozione e sull’affido. Come Comune promuoviamo molto quest’ultimo perché permette ai/alle minorenni di vivere in condizioni dignitose senza essere allontanatə definitivamente dai genitori che in quel momento stanno vivendo un periodo di difficoltà.

Secondo lei, in Italia, a che punto siamo per quanto riguarda il tema della gestazione per altri e del riconoscimento delle famiglie omogenitoriali? Lei cosa ne pensa?

Penso che siamo in una situazione di grande attacco a tutte le famiglie che sono diverse da quella “tradizionale”. Noi come Comune ne abbiamo avuto esperienza diretta quando abbiamo iniziato il riconoscimento dei bambini e bambine di coppie omogenitoriali e siamo statə interrottə brutalmente dal Ministero degli Interni.

Ero io, tra l’altro, ad avere il privilegio di fare le trascrizioni e per me era una grande gioia. È stato un dolore pazzesco interrompere questo percorso. Alcune delle ultime trascrizioni sono state annullate. Alcunə di loro hanno fatto ricorso, altrə hanno iniziato le procedure di adozione. In questo modo si va anche a negare la responsabilità genitoriale, che è un fatto gravissimo. La questione viene gestita con un’incoerenza spaventosa perché la fecondazione assistita viene usata soprattutto dalle coppie etero, che vanno tranquillamente all’estero e quando tornano nessuno chiede chi sia il genitore biologico, i-lə flgliə vengono trascrittə e basta. Purtroppo, non dipende dal Comune ma l’Amministrazione si è posta l’obbiettivo di trovare una soluzione. Noi vogliamo che tuttə i bambini e le bambine siano uguali, con pari diritti.

Leggi questo numero
Registrazione Tribunale di Bergamo n° 04 del 09 Aprile 2018, sede legale via XXIV maggio 8, 24128 BG, P.IVA 03930140169. Impaginazione e stampa a cura di Sestante Editore Srl. Copyright: tutto il materiale sottoscritto dalla redazione e dai nostri collaboratori è disponibile sotto la licenza Creative Commons Attribuzione/Non commerciale/Condividi allo stesso modo 3.0/. Può essere riprodotto a patto di citare DIVERCITY magazine, di condividerlo con la stessa licenza e di non usarlo per fini commerciali.
magnifiercrosschevron-down