IDENTITÀ È APPARTENENZA
“Ricordo ancora la prima volta in cui ho varcato il portone dell’Hotel Principe di Savoia, a Milano, poco dopo aver superato il colloquio di lavoro: sapevo bene di trovarmi in uno degli alberghi più prestigiosi d’Italia, in una realtà che sentivo molto lontana da ciò che ero. Quando mi hanno consegnato la divisa ho capito che grande possibilità mi venisse offerta”.
Inizialmente presentato alla Direzione del personale dell’Hotel da Comunità Nuova, Associazione parte della Fondazione Don Gino, Chilimbar Baron, protagonista di questa storia, è oggi una delle persone di riferimento della mensa dei dipendenti dell’albergo. Da quel giorno sono infatti passati quasi dieci anni e Chilimbar si è costruito una carriera.
“Oggi vivo la quotidianità di un luogo cui sento di appartenere, dove posso essere me stesso”.
Il senso di appartenenza (belonging) è infatti uno dei tre pilastri, insieme a diversità e inclusione, della filosofia We Care di Dorchester Collection che si prefigge di creare un clima aziendale in cui le persone possano crescere e prosperare.
Chilimbar, quando sei arrivato in Italia?
Quando avevo tre anni. Sono nato in Romania da mamma romena e papà brasiliano. In Italia sono stato affidato a una “casa famiglia” e ho perso il contatto con la mia famiglia d’origine.
Che ricordi hai di quel periodo?
Era come vivere in una grande famiglia. Noi bambini stavamo tutti insieme, giocavamo, andavamo a scuola. Avevamo ciascuno storie difficili, per cui la diversità era motivo di unione e non di discriminazione. Le prime difficoltà sono iniziate quando ho compiuto diciotto anni. Da quel momento la comunità non ebbe più le risorse per mantenermi. Ho dovuto rimboccarmi le maniche. Avrei voluto studiare, ma la vita mi ha portato su altre strade. A ventidue anni sono diventato padre e le mie priorità sono cambiate.
In che anno sei arrivato all’Hotel Principe di Savoia?
Nel 2014, avevo 24 anni. Mi sono subito sentito accolto dal team.
Grazie al rapporto quotidiano con colleghi e colleghe ho conosciuto i valori di Dorchester Collection: passione (amiamo ciò che facciamo, siamo determinati a offrire il meglio di noi stessi, ogni giorno); personalità (siamo unici e straordinari, incoraggiamo le personalità a brillare); rispetto (celebriamo e rispettiamo le nostre differenze, queste aggiungono splendore alla nostra cultura); lavoro di squadra (con una visione comune, fiducia reciproca e network di supporto, siamo più forti); creatività (approcciamo ogni giorno con estro per dilettare i nostri ospiti con novità, a ogni livello della loro esperienza di soggiorno). Tutti questi valori li ritrovo anche nella vita privata. Mia moglie ed io siamo “una squadra”, ci dividiamo i compiti, ci aiutiamo a vicenda.
Hai mai incontrato difficoltà nel tuo percorso?
Sì. A causa di un errore commesso ho dovuto scontare un periodo di detenzione in carcere. In quella fase difficilissima, l’Hotel Principe di Savoia e la mia famiglia hanno fatto ciò che lo Stato non è stato in grado di fare: dare assistenza e prospettiva a un percorso di reinserimento nella società.
Visti la mia condotta e il mio impegno pregressi, l’azienda ha acconsentito a preservare il mio posto di lavoro fino alla fine della pena. Non è scontato ricevere una fiducia tale dai propri datori di lavoro.
In che modo l’azienda valorizza il rispetto delle diversità, l’inclusione e il senso di appartenenza?
Con varie iniziative! Nei mesi scorsi il team People and Culture ha organizzato un incontro dedicato al tema delle identità. Le diversità non sono solo quelle di genere: tutto può essere diversità! È questione di punti di vista: se c’è pregiudizio, la diversità diventa un elemento negativo; se c’è inclusione la diversità si trasforma in un punto di forza.
Hai detto che all’Hotel Principe di Savoia senti di poter essere te stesso, perché?
L’azienda offre spesso la possibilità di “fare la differenza” nella comunità cui apparteniamo. Ad esempio, grazie alla collaborazione con la Fondazione San Francesco di Milano ho potuto partecipare a una giornata di volontariato presso Casa Santa Chiara che accoglie nuclei famigliari, monoparentali e donne sole richiedenti asilo politico.
Ho vissuto in una comunità per molti anni, come sai. Perciò sono stato colpito profondamente da questa esperienza, al punto da prendermi carico dell’attività di raccolta degli indumenti da donare ai residenti della struttura. Non solo: recentemente è stata avviata una partnership con Amsa (Azienda Milanese Servizi Ambientali) per ripulire le strade e i parchi del quartiere. Non manco mai a queste iniziative poiché in queste occasioni mi sento appartenente alla comunità e fiero di essere un dipendente dell’Hotel Principe di Savoia.