I MANDARINI
Introdurre la rivista e raccontarne la genesi, non è specifico argomento di un editoriale. Ma lo sento doveroso nei confronti di lettrici e lettori, qui ed oggi, perché spero, questo, sia l’inizio di un percorso lungo e di valore, e il seme di una profonda relazione.
DIVERCITY nasce da un’intuizione di Tiziano Colombi, vice direttore, di raccogliere in un unico magazine voci, passioni, progetti, iniziative, opinioni, attorno al tema dell’inclusione, di cui quotidianamente mi occupo con altrettanta passione e fatica. Perché una rivista che racconti tutte le diversità (ambizione altissima) e non solo le più in voga, o le più “comode”, è qualcosa che io per prima vorrei avere sul comodino ogni giorno, un punto cui fare riferimento. A lui quindi la prima gratitudine. Ho poi un debito di riconoscenza verso l’amico e scrittore Davide Sapienza che, in un’intervista fatta tempo fa, giocando con le parole ha gettato l’amo per questo titolo, a mio avviso molto, molto bello. Le diversità sono fulcro d’interesse e coinvolgimento, permeano e inondano la vita di ciascun*, sono insopprimibili, variegate, complesse, talvolta difficili, talvolta stupefacenti. E lo sono perché siamo individui, parte attiva di una comunità, abitiamo luoghi e città, e siamo sempre, volenti o nolenti, in connessione fra noi. E con l’Amministrazione territoriale e nazionale, le Associazioni, le Organizzazioni, gli Enti, e con ogni nucleo umano che abbia opinioni e sentimenti e risorse e necessità proprie. E che, a volte inconsapevolmente, a volte pericolosamente, spinge per il progresso sociale, la libertà e i diritti civili.
E poi ci sono le Aziende: la grande sfida culturale necessaria. Aziende, motore dell’economia e tessuto sociale, che possono spostare il desiderio di cambiamento molto più lontano e molto più forte di quanto ogni individuo potrebbe mai sperare di fare da solo. Perché lanciano messaggi che risuonano potenti, e hanno mezzi per costruire. E nel nostro Paese, hanno spesso precorso i tempi, anche legislativi, aggiungendo valore e includendo diversità che la politica ancora faticava ad accogliere.
Ed è questa rete, utile ad ogni parte in gioco, che DIVERCITY vorrebbe tessere. Portando all’attenzione delle Aziende realtà, progetti e persone che agiscono tangibilmente per l’inclusione delle diversità, e al contempo accostando al mondo aziendale tutt* coloro che pensano di non avere nulla a che fare con esso; mettendo in luce come, invece, solo una connessione ben salda tra mondi che paiono distanti e non lo sono, potrà essere risorsa, propulsione e salvezza insieme.
Il magazine si compone di sette articoli e tre rubriche (approfondimento, libri, cinema). Troverete pagine pubblicitarie gratuite, riservate a Onlus, Ong, Associazioni… che hanno i gomiti consumati dall’impegno e dalla determinazione, cui vogliamo regalare spazio per raccontare e farsi conoscere.
La rivista vive, inoltre, del contributo finanziario degli inserzionisti: Aziende ed Imprese incontrate lungo il cammino, che credono nel progetto, lo sostengono e possono acquistare pagine dedicate alla propria pubblicità. Last but not least, of course, le penne. Autori e autrici del magazine sono persone che stimo, professionalmente e personalmente, talvolta amici e amiche, che si occupano con coraggio e delicatezza di tematiche complesse e di cui amo l’opinione e l’anima.
I Mandarini, infine. I mandarini è e sarà il titolo dell’editoriale nelle edizioni future, in omaggio al romanzo, fondamentale per me, pubblicato nel 1955 da Simone de Beauvoir. I mandarini furono tutti gli intellettuali che, nel dopoguerra francese, si impegnarono nella lotta culturale e politica, restando fuori delle stanze del potere, e scontrandosi con una realtà che, purtroppo, viaggiava in direzione differente dagli ideali che li muovevano. E ora… buona lettura!