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I MANDARINI

A cura di Valentina Dolciotti
09 Apr 2024

Con i tempi che corrono rifarsi alla Costituzione è una garanzia. Quindi, partiamo dal fatto che il principio generale del diritto alla salute è sancito dall'articolo 32, ove si afferma che "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti". Ad oggi la salute mentale è finalmente riconosciuta come parte integrante della salute generale delle persone poiché si riferisce al benessere psicologico ed emotivo di una persona. Coinvolge, infatti, vari aspetti della vita: la capacità di gestire lo stress, le relazioni interpersonali, le emozioni, il lavoro e le “sfide” quotidiane. È ormai acquisito che godere di buona salute mentale non implica solo l'assenza di disturbi specifici, ma anche la capacità di adattarsi ai cambiamenti, fronteggiare le difficoltà, coltivare e mantenere relazioni sane, esprimere il proprio potenziale. È importante sapere che la salute mentale è un concetto ampio e complesso, varia da persona a persona e le sue condizioni possono essere influenzate da una combinazione di fattori genetici, biologici, ambientali e, naturalmente, dalle esperienze di vita. 

Per questo sempre più aziende riconoscono l'importanza di occuparsi de3 propri3 dipendent3 prestando attenzione a tutti gli aspetti della loro vita, compresa la salute mentale. Lavorare in modo agile, flessibile e personalizzato, offrire formazioni sul tema che aiutino a ridurre lo stigma che ancora affligge molti dei disturbi legati alla psiche e alle emozioni, promuovere un ambiente di lavoro aperto e inclusivo, agevolare l’accesso a risorse di supporto… ma, anche, limitare il più possibile sovraccarichi di lavoro e comunicare con chiarezza le aspettative sono modalità e attenzioni che fanno la differenza. Lavorando non più esclusivamente sulla cura bensì agendo sulla prevenzione.

Ogni persona, a seconda delle caratteristiche individuali, dei gruppi sociali di appartenenza e delle fasi di vita, può essere più a rischio nello sviluppare problemi legati alla salute mentale proprio perché le discriminazioni, le condizioni di vita sfavorevoli, le esperienze traumatiche impattano fortemente sull’equilibrio personale.

Negli Scritti del 1982 Franco Basaglia dice “Voce confusa con la miseria, l'indigenza e la delinquenza, parola resa muta dal linguaggio razionale della malattia, messaggio stroncato dall'internamento e reso indecifrabile dalla definizione di pericolosità e dalla necessità sociale dell'invalidazione, la follia non viene mai ascoltata per ciò che dice o che vorrebbe dire. La psichiatria non è stata che il segno del sovrapporsi della razionalità dominante su questa parola che le sfuggiva e la conferma – necessaria a questa razionalità – di una comunicazione impossibile. Dal razionalismo illuminista al positivismo si tratta sempre di una razionalità che definisce, suddivide e controlla ciò che non comprende e non può comprendere, perché lo ha oggettivato nel linguaggio della malattia, che è il linguaggio di una razionalità che "constata"." In questo nuovo numero leggerete di donne e manicomio nell’età fascista, hikikomori, rugby e terzo tempo, disturbi alimentari, guerra, transizione di genere, eco ansia… storie e punti di vista come sempre ampi e differenti, che vogliono essere partenze per una riflessione riguardo un argomento tra i più vasti e complessi che abbiamo mai affrontato.

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