I mandarini
È stata Maria Skłodowska (conosciuta però come Marie Curie) a dire “Nella vita niente deve essere temuto, ma solo capito. È tempo di capire di più in modo da temere di meno.” Abbiamo deciso di decicare a lei la (bellissima) quarta di copertina di questo nuovo numero.
Nata a Varsavia - Polonia nel 1867 e morta a Passy - Francia nel 1934, partiamo da lei e dall’esempio che è stata: prima donna al mondo a vincere un premio Nobel e unica scienziata a riceverlo per ben due volte: il primo lo ottenne per la fisica, nel 1903, insieme al marito Pierre Curie; il secondo da sola, per la chimica, nel 1911. Inoltre, resta la sola ad aver vinto i premi in due distinti campi scientifici. Le venne assegnata una “cattedra” in fisica generale, divenendo quindi la prima donna a insegnare alla Sorbona.
Di frontiere ne ha valicate un bel po’, è chiaro, compreso lo stigma da cui è stata ricoperta per essersi innamorata, a cinque anni dalla morte del marito(!), di un uomo sposato: Paul Langevin, amico di Einstein e scienziato eccezionale quanto lui. Sebbene nella vicenda il “traditore” (con moglie e quattro figl*) fosse Paul Langevin, fu Marie Curie a essere presa di mira, oggetto di pesanti polemiche tra i cattedratici (maschile plurale) al punto che, quando le venne consegnato il secondo premio Nobel, sui giornali francesi la notizia quasi non apparve.
Strana la gente eh?
In questo numero abbiamo voluto parlarvi di cosa sono la scienza e la tecnologia, considerate separatamente, cercando di capire in che modo siano connesse e cosa abbia a che fare l’etica con tutto ciò.
Come sempre troverete molti articoli, punti di vista, interviste a scienziate, opinioni di filosofi e di docenti: a partire da Ersilia Vaudo Scarpetta, passando per Ilaria Cinelli, Paola Profeta, Alessio Salviato, Paola Verrucchi.
Non mancano le consuete rubriche di approfondimento (arte, cinema, teatro, libri, musica, ecc.) e last but never least, nella sezione “le aziende si raccontano” troverete politiche, progetti e buone pratiche che coniugano la ricerca e lo sviluppo, l’innovazione, l’uso delle tecnologie, l’attenzione all’inclusione.
È un numero importante, scritto a mille mani, che torna a proporre riflessioni riguardo temi attualissimi: l’urgenza di trattenere e attrarre talenti, non solo “giovani” talenti; l’impellenza di rispondere ai cambiamenti della nostra società in un epoca di populismi, false ideologie, polarizzazione delle posizioni politiche. Scorrendo il numero scoprirete tante storie di persone, associazioni, enti e organizzazioni che prendono posizione su materie di civiltà molto importanti quali l’accesso al sapere, la conoscenza, la cura, i limiti delle tecnologie.
E proprio questa polarizzazione onnipresente ci traghetterà a dicembre al prossimo numero di DiverCity, in cui parleremo di…