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FAMIGLIE FEMMINILE PLURALE

A cura di Eva Sacchi
24 Giu 2024

L’UNITÀ DI BASE DELLA FAMIGLIA

Prima di guardare alle famiglie, osserviamo chi le famiglie le compone, ossia gli individui. Dal 1861 per oltre un secolo e mezzo, ad eccezione dei periodi bellici, la popolazione italiana ha continuato a crescere fino a raggiungere il picco nel 2014 (60.345.917). Da allora, in meno di 10 anni la popolazione italiana è calata del 2,5% e continuerà a farlo riducendosi di ulteriori 6,4 punti percentuali entro il 2070. Una lenta e costante discesa alimentata da un’altra inversione di tendenza: il maggior numero di mortə rispetto a quello di natə che ha inizio nel 1993. Se aggiungiamo poi che l’aspettativa di vita è in costante aumento (si stima di 88 anni nel 2070), è facile arrivare alla conclusione che siamo e saremo sempre di meno e sempre più vecchiə.

NATALITÀ IN PICCHIATA

Il numero medio di figliə per donna è precipitato da 2,4 nel 1960 a 1,22 nel 2023 (stima Istat) che ci posiziona agli ultimi posti della classifica europea. La bassa natalità è legata a fattori economici e sociali ma non è da sottovalutare l’aspetto culturale. Il 22,5% delle donne nate alla fine degli anni ‘70 concluderà il proprio periodo riproduttivo senza figliə, valore record dal dopoguerra e in continua crescita.

Dal Rapporto Giovani 2020 dell’Istituto Toniolo emerge che nel campione di 837 donne dai 30 ai 34 anni senza figli, il 21% non desidera averne (childfree), il 29% ha una bassa motivazione alla maternità (childless con bassa motivazione), mentre il restante 50% è fortemente motivato a diventare madre (childless con alta motivazione). Intanto l’età media al parto del primo figlio è salita da 25,9 a 32,4 anni tra il 1960 e il 2022 e inpoco meno di 20 anni raddoppiano le mamme over 40 al primo parto (da 5,4% nel 2001 a 8,9% 2019).

CRISI DI COPPIA

Dal 1971 ad oggi i matrimoni sono più che dimezzati (dai 404 mila nel 1971 a 180 mila nel 2021) con un aumento costante di quelli celebrati con rito civile e dei secondi matrimoni.

Sdoganata la pratica di fare figliə fuori dal matrimonio: se nel 1970 erano solo il 2% i-le bambinə nati fuori dalle nozze, nel 2020 sono il 34%.

Nel 2016 entra in vigore la legge che introduce in Italia l’istituto dell’unione civile tra persone dello stesso sesso. Tali unioni raggiungono il loro apice nel 2017 (4.376) per poi subire un inevitabile calo durante la pandemia.

Più frequenti al Nord e tra gli uomini (57% nel 2021) piuttosto che tra le donne (43% nel 2021, ma con un +5% rispetto al 2020) le quali fanno registrare un’età media inferiore. Separazioni e divorzi aumentano. In cinquant’anni le prime sono circa 8 volte tanto e i secondi circa 5 volte tanto. Nel biennio 2020/2021 le coppie separate o divorziate superano le coppie che decidono di sposarsi.

NUOVI MODELLI FAMILIARI

Cosa succede alle famiglie? I nuclei continuano ad aumentare riducendo il numero medio dei componenti: nel 1951 il totale delle famiglie ammontava circa a 12 milioni, nel 2022 a oltre 25 milioni con un dimezzamento delle persone al loro interno (mediamente 4 nel 1951, 2,3 nel 2022). E secondo le previsioni di Istat, questo trend non vedrà alcuna inversione nemmeno nei prossimi 20 anni. La predisposizione ad associare la parola famiglia all’idea della presenza di più componenti andrebbe quantomeno rivista dato che ben il 33% del totale dei nuclei è composto da un unico componente (nel 1951 era 10%).

DAL DATO DI FATTO ALLO STEREOTIPO

Gli stereotipi non vanno di pari passo con la realtà. Tra i-le cittadinə italianə c’è ancora un 28% che vieterebbe a coppie dello stesso sesso di sposarsi, percentuale che sale al 39% quando si parla di diritto all’adozione. Anche le generazioni più giovani sembrano rimanere ancora troppo ancorate ad alcuni stereotipi di famiglia e di relazione uomo-donna. Che all’interno della coppia sia il ragazzo ad avere il compito di proteggere la ragazza, lo crede il 59% del campione intervistato (71% dei ragazzi e 49% delle ragazze). Opposta la percezione della capacità di sacrificio per il bene della coppia: il 44% delle ragazze pensa che siano loro ad essere più capaci e dunque più predisposte a sacrificarsi contro il 33% dei ragazzi che riconosce questa prerogativa al sesso opposto. Il 26% non vede di buon occhio che le coppie omosessuali abbiano figliə. Il 24% pensa che tutte le ragazze sognino di sposarsi. Infine, c’è ancora chi crede che la realizzazione di una donna passi attraverso la maternità (16%).

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