EDUCAZIONE AFFETTIVO-SESSUALE

03 Ott 2021

Occasione di incontro e confronto tra generazioni

Di Elena Mozzo

“Non sarà troppo presto?” è una delle obiezioni più frequenti alla proposta di introdurre corsi di educazione affettivo-sessuale nelle scuole dell’infanzia e primarie. Il timore è quello che affrontare tematiche quali l’orientamento sessuale e l’identità di genere potrebbe causare confusione o, ancor peggio, una sorta di indottrinamento delle giovani menti.


L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce così l’educazione sessuale: “Un processo basato sull’insegnamento e l’apprendimento degli aspetti cognitivi, emotivi, biologici e sociali della sessualità. Essa mira a fornire a bambini/e e giovani conoscenze, abilità, attitudini e valori che consentano loro di realizzare la propria salute, benessere e dignità; sviluppare relazioni sociali e sessuali rispettose; considerare come le loro scelte influiscano sul proprio benessere e su quello degli altri; comprendere e garantire la protezione dei loro diritti”.

L’educazione sessuale è, quindi, un percorso, non qualcosa di puntuale da esaurirsi in un incontro di un paio di ore a scuola. Un progetto che dovrebbe iniziare, sempre secondo le linee guida OMS, a cinque anni. Fin dalla scuola dell’infanzia i/le bambini/e dovrebbero ricevere informazioni caratterizzate da livelli di approfondimento diversi in base all’età e imprescindibilmente prive di tabù o censure, ma costantemente collegate a un sapere scientifico. Di seguito le aree tematiche individuate dall’OMS:
1) Le relazioni
2) Aspetti socioculturali della sessualità
3) Genere
4) Violenza e consenso
5) Capacità e tecniche comunicative
6) Pubertà e conoscenza del proprio corpo
7) Riproduzione
8) Infezioni sessualmente trasmissibili

Come concepita dall’OMS, l’educazione sessuale è un percorso a spirale che ha nel suo nucleo concetti cardine quali
il rispetto di sé e dell’altro, il consenso e la comunicazione assertiva. L’obiettivo ultimo è accompagnare bambini/e e adolescenti verso l’età adulta rendendoli provvisti/e di tutti quegli strumenti essenziali a uno sviluppo psico-fisico equilibrato e a difendersi dalle principali minacce che potrebbero incontrare nel percorso di crescita: bullismo, cyber-bullismo, violenza, relazioni tossiche.

Nel percorso di crescita un ruolo fondamentale è rivestito dall’adulto. Oggi più che mai, in una società così complessa e ricca di fonti di disinformazione, è necessario che l’educazione all’affettività e alla sessualità diventi un tema centrale da affrontare nei diversi servizi e luoghi di incontro, formali e informali, destinati all’età evolutiva.

Genitori, insegnanti, educatori/trici, operatori/trici sanitari/e, allenatori/trici sportivi/e: tutti siamo chiamati a essere parte della Comunità Educante. Una rete di adulti competenti pronta ad accompagnare i/le ragazzi/e nella crescita, aiutandoli a costruire un’idea di sessualità positiva. Parlo di “accompagnare” perché credo sia importante camminare accanto ai ragazzi senza tracciare un percorso prestabilito scelto da noi quanto, piuttosto, fornendo loro gli strumenti per compiere scelte consapevoli. In questo viaggio anche l’adulto cresce: educare significa, infatti, mantenersi costantemente aggiornati, mettersi in discussione, essere pronti a rivedere i propri punti di vista, approfondire.

Accompagnare bambini e ragazzi nella costruzione di una sessualità positiva può divenire, anche per l’adulto, un’occasione formativa preziosa attraverso cui apprendere nuove strategie per vivere con maggior pienezza la propria vita affettivo-sessuale. Molti adulti, non avendo ricevuto una valida educazione sessuale in gioventù,
sono carenti di formazione in merito e si dichiarano poco o per nulla preparati.

Costruire questa comunità educante è il senso e lo scopo delle attività che porto avanti in collaborazione con un gruppo di educatori ed educatrici. Oltre a incontrare i/le ragazzi/e nelle scuole per intraprendere percorsi di educazione affettivo-sessuale, fin dalla scuola dell’infanzia progettiamo momenti di formazione destinati ai genitori e alle diverse figure che, nel loro lavoro quotidiano, si interfacciano con bambini e adolescenti. Momenti in cui, oltre a fornire mezzi e contenuti per promuovere un dialogo attivo su tematiche inerenti la sessualità e l’affettività, inquadrino i contenuti affrontati nel contesto socio culturale attuale. Per comprendere appieno cosa serve ai/lle giovani è indispensabile immergersi nel loro mondo comprendendone le enormi opportunità, ma anche gli inganni che possono influenzare un sano sviluppo psico-sessuale.

È inoltre fondamentale creare un clima aperto al dialogo e non giudicante, dove l’educatore/trice si pone come accompagnatore competente, non onnisciente. Questo atteggiamento favorisce l’arricchimento reciproco. Parafrasando un famoso cartone animato, è proprio vero che siamo tutti parte del cerchio della vita, e attraverso un dialogo onesto e rispettoso ogni generazione può arricchire le altre.

ELENA MOZZO, 1983, pediatra, consulente sessuale.
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