Privilegi e alleanze

Donatella Sciuto: prima rettrice del Politecnico di Milano

A cura di Michela Offredi
18 Dic 2024

Lei è la prima donna alla guida del Politecnico. Eppure ho letto che non si scalda se la chiamano rettore e non rettrice. Perché? Credo non sia stato facile arrivare a ricoprire il suo ruolo.

Non mi appassionano le questioni formali, anche se sono convinta che la lingua sia sempre e comunque il riflesso del nostro pensiero. In Italia l’uso fra maschile o femminile, in certi contesti, la dice lunga sul grado di civiltà e di inclusione che abbiamo o non abbiamo ancora raggiunto. Ciò detto, sono una persona che guarda al contenuto delle cose. Come in ogni percorso di carriera, non è semplice arrivare al vertice e credo che non lo sia stato neppure per tutti gli uomini che mi hanno preceduta. Tuttavia, ci tengo a precisare che si diventa rettori per votazione. Se oggi sono qui è anche merito della comunità del Politecnico che ha creduto nelle mie idee, indipendentemente da qualsiasi retropensiero.

So che è molto impegnata a promuovere e facilitare l’accesso delle ragazze alle facoltà scientifiche. Quando si è iscritta a Ingegneria elettronica era una delle poche.

Quando mi sono iscritta a Ingegneria elettronica con indirizzo informatico, quella che oggi è Ingegneria informatica, noi ragazze eravamo il 2-3% dell’aula. La situazione è sicuramente migliorata. Gli ultimi dati sul fronte delle immatricolazioni danno buoni segnali. Al Politecnico sono aumentate le ragazze ad Ingegneria, Architettura e Design indistintamente. Nel corso degli ultimi due anni, Ingegneria, in particolare, è quella che in termini assoluti è aumentata di più (+200 iscritte circa): un ottimo segnale. Merito delle tante iniziative messe in atto e di una crescente consapevolezza da parte delle ragazze per prime e delle famiglie.

C’è però ancora tanta strada da fare…

Molte ricerche indicano che la scelta universitaria viene fortemente influenzata dalla famiglia e dalla scuola. Serve un orientamento efficace. Noi lo facciamo attivamente da tempo, cercando anche di abbattere i pregiudizi che ancora esistono. Abbiamo poi avviato diverse attività legate al programma POP – Pari Opportunità Politecniche – per avvicinare più ragazze alle materie STEM. Tre anni fa abbiamo prodotto un piccolo video motivazionale, disponibile su YouTube: EnginHering. In seguito, abbiamo attivato un programma “Girls at Polimi”. Si tratta di borse di studio per ragazze delle scuole superiori interessate a iscriversi ai corsi di Ingegneria con minor presenza femminile: Automazione, Elettrica, Elettronica, Informatica, Meccanica, e Produzione Industriale. Dobbiamo infatti puntare su alcune sacche e fare un distinguo tra le diverse “Ingegnerie”.
Ci sono aree, come Biomedica o Gestionale, dove le donne sono la maggioranza. 

Studiare, formarsi e imparare è fondamentale. Eppure non tutt3 hanno la possibilità, per motivi economici o di altra natura, di farlo. Lo studio oggi in Italia è un diritto o un privilegio? Cosa fa il Politecnico in tal senso?

Purtroppo, frequentare l’università in Italia non è per tutt3, ed è quasi “proibitivo” in una città come Milano, che è sempre più costosa. Il diritto allo studio è cruciale e su questo il Politecnico è in prima linea per garantire pari opportunità a tutt3. Copriamo con fondi nostri, pari a oltre nove milioni di euro, tutt3 gli e le idonei/e. Abbiamo poi raddoppiato per valore e per numero le borse di studio per meriti sportivi. 

Milano è carissima per tutt3 ma soprattutto per gli studenti e le studentesse. La protesta per il caro affitti era partita lo scorso anno proprio dal Politecnico. È cambiato qualcosa? 

Siamo particolarmente sensibili a questo tema e come rettori è una problematica che denunciamo da tempo. Ne abbiamo discusso da poco con il Sindaco di Milano e con tutte le università milanesi allo stesso tavolo. In nessun modo la nostra città deve diventare un posto per anzian3 benestant3. Servono alloggi per gli studenti e le studentesse. Ne abbiamo in previsione altri mille nei prossimi tre anni. Servono spazi di vita e di lavoro per i giovani laureati e le giovani laureate che non riescono a sostenere il costo degli affitti. È una battaglia che sosteniamo con convinzione, perché è nostro interesse attrarre studenti e studentesse desideros3 di studiare e impegnarsi. È nell’interesse di tutt3 fare in modo che rimangano sul territorio e che qui mettano radici. 

È fondamentale, doveroso pensare agli aspetti sociali, ma siete molto impegnat3 anche sul fronte ambientale. Quali sono gli obiettivi del vostro Piano strategico di sostenibilità?

Il nostro primo Piano di Sostenibilità affronta il tema in maniera trasversale, non solo ambientale. Le azioni pianificate e gli obiettivi che intendiamo raggiungere entro il 2025 si articolano su sei linee guida: inclusione e pari opportunità, ricerca sostenibile, sostenibilità nella didattica, diritto allo studio, innovazione e responsabilità sociale, e, naturalmente, tutela dell’ambiente. La sostenibilità è un concetto ad ampio spettro. Mi piace usare l’immagine del caleidoscopio, di una molteplicità di strutture simmetriche che si riflettono l’una nell’altra. Siamo chiamat3 a progettare il cambiamento, a innovare e a trasformare ciò che ci circonda in una visione che tenga conto della complessità, dei tanti colori, delle tante sfumature e delle tante interconnessioni tra ambiente, economia e società.

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