Privilegi e alleanze

Disability glam: disabilità svelata

A cura di Gianfranco Falcone
18 Dic 2024

Il progetto fotografico del “Disability Glam, la disabilità svelata” è nato originariamente sul settimanale l’Espresso, poi è continuato sulla rivista mentinfuga. A guidarmi è stato un gesto semplice. Ho semplicemente rivolto l’obiettivo della macchina fotografica verso ciò che amo, verso ciò che fa parte della mia vita, verso ciò che è bello. Così è nato il Disability Glam. A poco a poco però si è arricchito di significati. A poco a poco quel gesto naturale è diventato un’urgenza, un bisogno di raccontare in prima persona, partendo dalla mia tetraplegia e dalla mia carrozzina, storie che altrimenti nessuno avrebbe raccontato. Per ognuna delle modelle e dei modelli provo un particolare affetto, molto mi hanno insegnato. Soprattutto mi hanno insegnato quanta energia, quanta voglia di vivere ed essere nel mondo ci sia nelle persone, in tutte. Non cercate la disabilità in questi corpi e in queste anime. Piuttosto guidate lo sguardo verso la bellezza. Ogni corpo ne ha. Prima di tutto siamo corpi in relazione ad altri corpi. 

Modigliani

Questa volta non abbiamo lavorato in studio. Per Sara sarebbe stato proibitivo spostarsi da casa per attraversare tutta la città. Mi sono mosso io. Ne è valsa la pena. Insieme a Sara abbiamo scelto degli scatti ironici, sensuali, che non lasciano spazio alla Sclerosi multipla che lei vive. Sono scatti che sanno prendersi gioco dei luoghi comuni. Grazie Sara.

Loro il futuro

Con Yuki (seduta) e Cherry (in piedi) continuo a raccontare storie umane attraverso la bellezza dei corpi, a tessere un racconto in cui i corpi sono soltanto un pretesto. Ciò che mi preme cogliere è lo sguardo intimo di chi mi accompagna. Non mi interessa se le persone hanno una ferita del corpo o dell’anima. Tutt3 abbiamo il diritto di rappresentarci come desideriamo, di raccontarci e svelarci come crediamo.

Chi vuol esser lieto sia

Eccomi con Eleonora e Chiara sul set. Ogni shooting è una piccola storia d’amore in cu ci si scambiano, parole, esperienze, emozioni.
Lo si fa passando attraverso il corpo, ma l’elemento più importante è la relazione, che anche solo per il breve spazio di un momento si stabilisce tra le persone che si danno la possibilità di incontrarsi. Perché come disse il fiorentino Chi vuol esser lieto sia. 

Chi sono?

Sono uno psicologo di 62 anni. Oltre ad occuparmi dei miei pazienti viaggio e scrivo. Miei articoli sono comparsi su mentinfuga, Left, L’Espresso, il Manifesto. Il mio ultimo romanzo pubblicato è “21 Volte Carmela”. Se non mi bastano le parole fotografo. L’ultimo lavoro fotografico che ho realizzato è intitolato “Disability Glam, la disabilità svelata”, nudi di donne e uomini con disabilità. Quando non faccio nessuna di queste cose mi annoio e curo distrattamente la mia tetraplegia.

Raffinatezza

Sul set c’erano Luce e suo marito Nanni. Tra loro ho intuito una sintonia rara. Luce la chiama comunione. Ci credo e sono convinto che lo scatto che li vede insieme ne testimoni la trama. Se dovessi riassumere in una parola chi è Luce userei la parola raffinatezza. Mi colpisce sempre la sua eleganza di parole e modi. 

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