DIMAGRISCI! LO DICO PER TE!

07 Apr 2022

Di Simona Piva

Findomestic è, da sempre, attenta a combattere ogni forma di violenza: siamo partiti da quella di genere per ampliare, giorno dopo giorno, le tematiche su cui effettuare la sensibilizzazione sia dei clienti sia dei collaboratori e mettere a loro disposizione strumenti di tutela efficaci. Grazie alla firma, nel 2021, del Manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva, abbiamo avviato una collaborazione con Parole O_Stili, traguardo che rappresenta una tappa fondamentale del nostro percorso.

“Parole O_Stili vuole diffondere l’attitudine positiva a scegliere le parole con cura. Il loro potere è immenso: commuovono, uniscono, scaldano il cuore oppure feriscono, offendono, allontanano. In Rete, spesso, l’aggressività domina tra tweet, post, status e stories. È vero che i social media sono luoghi virtuali, ma è altrettanto vero che le persone che vi si incontrano sono reali così come le conseguenze delle nostre azioni.” Così si presenta l’associazione.

Il Manifesto della comunicazione non ostile e inclusiva contiene dieci principi di una semplicità disarmante, ma potentissimi: le parole devono liberarci dalle etichette e non devono farci sentire sbagliati o emarginati. Al punto n°7 del Manifesto leggiamo: “Le parole hanno conseguenze”: comportarsi con responsabilità significa sapere che ciò che noi diciamo ha ricadute sulla nostra vita e su quella degli altri. Sulla base di questo presupposto, abbiamo messo a disposizione dei nostri clienti e dei nostri collaboratori una serie di webinar dedicati alla comunicazione non ostile e ai pericoli della rete grazie ai quali abbiamo iniziato ad approcciare nuovi temi tra cui il body shaming, un fenomeno sempre più diffuso e pericolosissimo.



Per definizione, il body shaming consiste nel denigrare qualcuno per le sue caratteristiche fisiche (spesso lontane dai canoni estetici di riferimento); si tratta di una forma di bullismo che può avere gravi conseguenze sulla psiche di chi ne è vittima: ogni forma del corpo e ogni differenza rispetto a canoni estetici ritenuti ideali o normali possono diventare oggetto di derisione.

Negli ultimi anni, questa forma di violenza si è diffusa soprattutto grazie al web e ai social, dove è più facile assumere atteggiamenti lesivi della dignità altrui grazie alla protezione dello schermo e alla possibilità di colpire in forma anonima. Per Parole O_Stili, il body shaming è una tempesta che si scatena su chi si mostra troppo grasso o troppo magro o semplicemente ha un corpo che non corrisponde ai parametri imposti dalla società.

Secondo la Dottoressa Costanza Rizzacasa D’Orsogna, scrittrice e giornalista del Corriere della Sera, che ci ha accompagnati in un interessantissimo viaggio sul lessico non discriminatorio, “nella società in cui viviamo essere magri è un privilegio. Le persone grasse sono costrette a giustificarsi continuamente: sembra che mangino in continuazione, non facciano sport, non possano essere realizzate. Verso di loro c’è un giudizio morale che spesso parte dalla famiglia di appartenenza. Il mito da sfatare è: magro è felice, grasso infelice. È la gogna del grasso”. “Dimagrisci e avrai successo, troverai il lavoro dei tuoi sogni, l’uomo / la donna della tua vita”. I media ci propongono ogni giorno esempi di bellezza molto vicini alla perfezione e quasi irraggiungibili ed è molto facile sentirsi brutti e inadeguati rispetto a tali canoni di riferimento.

Questo perverso meccanismo mina facilmente la nostra autostima e la fiducia nelle nostre capacità. Sentirsi diversi ci fa sentire esclusi dal gruppo e inadeguati: è quindi molto facile avere sintomi che sfociano nella depressione e in altri disturbi, primo fra tutti quello alimentare. Per compensare il senso di inadeguatezza, di frustrazione e di insicurezza, ci si rifugia infatti nel cibo. Pensiamo in particolare ai bambini e agli adolescenti e alle conseguenze devastanti che il body shaming può avere su di loro: “prigionieri” di un corpo in continua evoluzione, in cui non si riconoscono e a causa del quale si sentono non omologati rispetto ai coetanei e, così, rifiutati. Le statistiche indicano che il 94% delle adolescenti è stato vittima di body shaming e quasi il 65% dei ragazzi adolescenti ha riferito di essere stato oggetto di critiche e commenti umilianti sul proprio aspetto fisico. “Dimagrisci! lo dico per te!”... “Mangia un po’ di più, che ti vedo sciupata”... parole e esortazioni apparentemente innocue possono ferire o generare profonde insicurezze. Fortunatamente si registra anche un’inversione di tendenza: stiamo assistendo infatti alla nascita di movimenti volti a eliminare le discriminazioni legate al fisico e a promuovere l’accettazione del proprio corpo e delle sue imperfezioni. Body Positivity: “Mi sento bene con il mio corpo”.

Ogni persona ha il diritto di essere rispettata indipendentemente dal proprio aspetto fisico. La perfezione non esiste e il bello risiede nella diversità e nell’imperfezione: questa è la vera bellezza, ciò che ci permette di distinguerci gli uni dagli altri. Siamo diversi e, per questo, bellissimi.

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