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DALLA SORGENTE CSR AL MARE D&I

A cura di Simona Piva
10 Mar 2023

Sostenibilità e D&I: due ecosistemi divisi o mondi comunicanti? Nate come due dimensioni distinte, ora non possono fare a meno di lavorare l’una a fianco dell’altra. Ne parliamo con Daniele Regolo, Brand Ambassador Diversity & Inclusion di Seltis Hub.

Dottor Regolo, D&I e Sostenibilità nascono come due dimensioni distinte. Negli ultimi tempi sono diventate tematiche l’una dipendente dall’altra. É davvero così? Quali sono le implicazioni positive di questo fenomeno? 

Ad una prima, ma non necessariamente superficiale, lettura balza subito all’occhio che laddove si parli di Diversity & Inclusion si parla anche di sostenibilità. E viceversa. Basti pensare – caso forse più lampante – al settore Luxury. Non era forse un percorso così prevedibile, ma di sicuro è assai coerente. Parlare di diversità e inclusione implica anche l’essere sostenibili a tutto tondo: ecologicamente, umanamente. La ricchezza che ciascuno di noi può portare in azienda (e non solo) può emergere solo se viene adeguatamente valorizzata, e perché ciò accada è indispensabile rispettare la natura di ciascuno: questo è solo un altro modo di parlare di sostenibilità. Forse un modo più al passo coi tempi, perché se D&I e sostenibilità si “coalizzano”, i risultati arriveranno più rapidamente e con maggior consapevolezza.

Una prova di questa tendenza sta nel fatto che i criteri ESG, con cui le organizzazioni vengono valutate, prevedono l’attivazione da parte delle aziende di policy D&I ben definite. Ci fa un esempio?

Il nostro Gruppo (Openjobmetis), che ormai da qualche anno si sta occupando di sostenibilità e che ha ottenuto quest’anno un ottimo punteggio nel rating della società Sustainalytics, alle politiche già definite in materia Risorse Umane e anticorruzione, aggiungerà in questi mesi proprio quelle dedicate alla Diversity & Inclusion. Definire una politica significa lavorare e interrogarsi sulla sostanza delle tematiche al fine di creare una cultura interna all’organizzazione. Un esempio quindi che, nonostante fossimo già attivi sull’argomento, ci tocca in prima persona. E, di nuovo, leggiamo numerose assonanze tra i due temi: il mondo muove verso una convergenza, che possiamo definire un auspicato ritorno alla centralità dell’uomo, e tutto ciò che gli afferisce deve essere preso in carico in modalità rinnovate.

L’agenda 2030 è un altro esempio. Che ruolo giocano le aziende nel raggiungimento dei goals?

Quando si parla di Agenda 2030 mi viene subito in mente la Strategia Europea per la Disabilità 2020-2030, che riprende gli obiettivi del decennio precedente, in larga parte disattesi (il Covid del 2020 ha naturalmente rallentato molti processi). In generale, questi obiettivi calati dall’alto, come giusto che sia quando si vuol delineare un indirizzo, devono fare i conti con le sensazioni che si levano dal basso. E le aziende sono sicuramente tra le protagoniste di questi movimenti, più o meno strutturate che siano. Anzi, direi che tra i vari componenti della vita economica e sociale, le imprese sono spesso quelle che trainano tutti gli altri, e spesso senza un adeguato riconoscimento. Cosa non molto giusta, essendo le imprese fatte da persone.

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