Cristina Tajani: promuovere i diritti
Alla luce del recente decreto Omnibus, è possibile una fiscalità più equa?
Il recente decreto Omnibus si pone in scia con i precedenti provvedimenti del Governo su fisco e politiche per la famiglia: prevede un ulteriore condono per iɜ contribuenti che aderiscono al concordato preventivo e introduce un bonus una tantum per le famiglie con figlɜ, escludendo però quellɜ natɜ fuori dal matrimonio. Si tratta di una visione retrograda che penalizza le famiglie reali, plurali e complesse, negando così diritti fondamentali. Per costruire una fiscalità più equa, bisogna cambiare rotta e incentivare le imprese che investono in lavoro stabile e servizi locali, così facendo si aiuterà anche la natalità. I servizi, non i bonus una tantum, sono la soluzione.
Come sta lavorando in Parlamento per sviluppare misure che promuovano un accesso equo al mercato del lavoro?
Sin dai miei anni come Assessora a Milano, e poi come Presidente di ANPAL Servizi, ho sempre posto grande attenzione sul tema della qualità del lavoro, riduzione della precarietà e per un pari accesso al mercato del lavoro. In Senato, sto sostenendo proposte legislative che incentivino le aziende a investire in contratti stabili e l’introduzione del salario minimo, sostenuta da tutte le opposizioni. In molti settori, tuttavia, resiste una mentalità penalizzante che vede la flessibilità dei contratti come essenziale per la competitività, con il risultato che si offre solo lavoro a breve termine o part-time, a danno soprattutto di giovani e donne. Credo sia importante che il Parlamento, assieme alle parti sociali, lavori per un sistema in cui la stabilità lavorativa sia incentivata anche fiscalmente. A tal proposito, in Senato ho appena depositato una proposta di legge per sostenere le start up innovative ad impatto. Purtroppo, le iniziative del Governo vanno in altra direzione, si pensi al decreto 1^ maggio che ha nuovamente allargato le maglie nell’utilizzo dei contratti a termine.
Le disuguaglianze fiscali stanno aumentando, con l’1% più ricco che (in proporzione) paga meno tasse rispetto al restante 99%. Come vede il futuro?
In Italia, le disuguaglianze economiche stanno crescendo. Il sistema fiscale contribuisce a questa divaricazione: basti pensare che un miliardario che viva di rendite su ogni euro guadagnato paga in proporzione meno tasse di un suo dipendente. È una disparità che mina la giustizia fiscale e limita la possibilità di redistribuire risorse in modo equo. Da capogruppo nella Commissione Finanze, credo che sia prioritario mettere in atto una riforma fiscale che riequilibri i contributi in base alle capacità economiche di ciascunɜ, senza penalizzare la classe media e le famiglie. Invece il governo sta prendendo delle scelte che, a mio parere, aumentano la polarizzazione sociale e creano ingiustizie profonde. Il mio impegno è volto a promuovere miglioramento e accessibilità ai servizi pubblici, a beneficio di tuttɜ, non solo di pochɜ privilegiatɜ.
Ultimamente ha nuovamente denunciato le condizioni critiche delle carceri italiane, quali soluzioni vede?
Le condizioni delle carceri italiane sono oggi insostenibili: sovraffollamento, scarsa attenzione alla salute mentale e fisica, e un aumento preoccupante dei suicidi, anche tra gli agenti penitenziari. È urgente intervenire per ridurre la pressione carceraria attraverso misure alternative alla detenzione per reati minori, come la libertà vigilata e la detenzione domiciliare. La detenzione non deve essere solo uno strumento punitivo, ma porre le basi per la riabilitazione dei detenuti e delle detenute, per questo va incentivato il reinserimento lavorativo, che contribuisce ad abbattere la recidiva. Da Assessora al Comune di Milano ho promosso il primo Acceleratore di imprese che operano in carcere. Modelli di questo tipo vanno sostenuti anche a livello legislativo, per cui mi sto battendo insieme al PD.
Quali sono le leggi che attualmente riflettono o perpetuano privilegi socioeconomici?
Molte leggi attuali, purtroppo, riflettono e perpetuano privilegi socioeconomici che favoriscono chi ha già risorse. Dobbiamo rivedere il sistema di welfare affinché sia veramente accessibile, senza discriminazioni basate sul reddito o sullo status. Il definanzianento della sanità pubblica, per esempio, sta spingendo molte persone che non possono permettersi il privato, a rinunciare alle cure. Il mio obiettivo in Parlamento è quello di ridurre le disuguaglianze: salari, welfare e fisco sono le principali leve per farlo.Lavoriamo per un’Italia più giusta, in cui ogni cittadinǝ possa sentirsi rappresentatǝ e supportatǝ.