COVID-19 e il nuovo mondo digitale - Donne artefici di un nuovo mondo

28 Set 2020

Darya Majidi

Nel 2018 ho pubblicato il mio primo il libro "Donne 4.0, riflessioni di una imprenditrice e mamma digitale nata nel 1968", dove a 50 anni esatti dalla rivoluzione femminile del 1968, mi domandavo dove fossero le donne nelle tecnologie in Italia. Perché ci sono pochissime imprenditrici tech, role models femminili e donne nei ruoli apicali nelle aziende tecnologiche? Queste aziende stanno plasmando il futuro dell’Italia, del nostro pianeta. Perché non ci sono donne a capo di queste aziende “impattanti”?
Sono un’imprenditrice tecnologica, laureata in informatica, che a soli 28 anni ha creato la sua prima azienda e che durante tutto il suo percorso imprenditoriale notava di essere sempre la sola donna ai tavoli che contavano: nei consigli di amministrazione delle aziende che fondavo, nei convegni tecnologici, nelle commissioni di valutazione tech. Sempre sola, circondata da uomini. Dove erano le donne? 

Darya Majidi

Nel libro quindi, invitavo le donne a prendere coscienza del fatto che il pianeta stesse affrontando la quarta rivoluzione industriale e che le tecnologie stessero plasmando in modo accelerato il mondo lavorativo. Incitavo le donne a capire le enormi potenzialità offerte dalle piattaforme digitali e dalla sharing economy, per trasformare le proprie competenze in nuovi servizi online. Leinvitavoa non temere le tecnologie ead usarle a proprio vantaggio. Suggerivo di vedere le tecnologie come un utile strumento di conciliazione tra vita privata e mondo lavorativo. Tra la realizzazione delle proprie ambizioni personali ed i risultati professionali.
Ma sembrava che in Italia ci fosse un solco tra le donne e le tecnologie. Il digital gender gap allontanava le donne dalle nuove opportunità lavorative della quarta rivoluzione. C’era un mismatch tra le figure lavorative richieste dal mercato (data scientists, esperti di intelligenza artificiale, programmatori, esperti di digital marketing, ecc) e la formazione tipica delle donne italiane incentrata soprattutto sulle materie umanistiche con approcci al mercato molto tradizionali. Era necessario fare un up-skilling e un re-skilling delle donne in ottica digitale per renderle appetibili al mercato. Era necessario incitare le giovani donne a superare le barriere interne ed esterne di pregiudizio e di affrontare studi tecnologici.
Il libro, rivisto ora con l’esperienza del lock down, sembra anticipatorio. Già allora sottolineavo che nei momenti di discontinuità, le donne avrebbero potuto cavalcare i grandi cambiamenti e creare il futuro oppure “subire” i cambiamenti ed essere escluse dal mondo lavorativo. 

Poi è arrivato il COVID-19 e tutto é cambiato. Il virus ci ha obbligati a rivedere completamente il nostro modo di studiare, lavorare, acquistare, interagire, vivere. Il COVID-19 ha accelerato in modo esponenziale l’uso del digitale da parte delle donne, di fatto rendendole più empowered ed engaged in pochi mesi. Le donne hanno imparato a connettersi, a lavorare con strumenti di networking e piattaforme collaborative online, ad aiutare i figli con le piattaforme di apprendimento digitali, ad acquistare online, ad interagire con la pubblica amministrazione. Le donne più intraprendenti hanno usato il momento per “programmare” letteralmente il proprio futuro, imparando ad interagire con codici sorgente e si sono trasformate in imprenditrici delle proprie idee. Molte donne distanti dalle tecnologie hanno chiesto supporto e si sono avvicinate al contesto digitale. Non tutto è stato positivo. Alcune donne, analfabete digitali, purtroppo sono state ancora più distanziate dal mondo lavorativo. Le mamme lavoratrici, con i figli a casa e lo smart working all’italiana (non basato sul raggiungimento di risultati, ma sulle ore presenti online) hanno capito come il digitale e l’essere sempre connessi/reperibili possano avere molti aspetti critici se non governati.

Penso che stiamo vivendo un momento epocale di svolta. Penso che in un momento di grandi sconvolgimenti come questo dobbiamo essere artefici dei cambiamenti che vorremmo e che tutti dovremmo con coraggio affrontare. Possiamo trasformare questo periodo drammatico in una rinascita personale, professionale e mondiale? 
È ora di tirare fuori le idee e con tenacia fare proposte rivoluzionarie per migliorare le cose. Noi donne dobbiamo e possiamo essere protagoniste di questo cambiamento e, utilizzando le tecnologie, dare visibilità alle nostre idee, attitudini, conoscenze e competenze per creare un mondo più equo, più giusto, più inclusivo. Dobbiamo e possiamo fare la differenza.
Come mamma ho vissuto in prima persona la grande preparazione di alcune professoresse nella didattica online ma anche la drammatica impreparazione di altre. Da imprenditrice ho vissuto online l’atteggiamento collaborativo ed empatico di alcuni fornitori, clienti, banche ed enti pubblici e nello stesso momento approcci burocratici “borbonici” ormai anacronistici da parte di altri. È come se fossimo dopo una guerra. Tutto è distrutto, ma tutto deve essere ricostruito al meglio. Dobbiamo creare un mondo nuovo. Una nuova alleanza tra pubblico e privato, nuovi paradigmi lavorativi, per creare uno smart working, realmente smart, per trovare un nuovo equilibrio tra lavoro e famiglia. Dobbiamo valorizzare meglio il nostro tempo. Durante questo periodo di cambiamenti e riflessione, ho capito ancora di più quanto il ruolo delle donne in Italia sia sotto stimato e che questa realtà non è più accettabile. Senza di noi, che di fatto facciamo molti lavori (lavoro, famiglia, cura dei genitori, cura del sociale) il sistema Italia non reggerebbe. Non voglio quindi tornare alla normalità di prima. Non funzionava. Per noi donne e in generale per l’umanità. 
E se davvero riuscissimo a cambiare il nostro mindset e capissimo che possiamo essere agenti di cambiamento? Cosa avevano in comune Martin Luther King, Ghandi, Nelson Mandela? Un sogno e la forza e la tenacia di portare avanti la propria idea. Cosa hanno in comune Greta e Malala, due ragazzine che con la loro forza hanno dato un impatto al mondo? Il coraggio di dar voce ad un messaggio forte. La salvaguardia del pianeta e l’educazione delle ragazze. E lo hanno fatto grazie alle tecnologie, al digitale. Hanno usato la loro visibilità online come megafono per dar forza e vigore alla propria voce.

Io utilizzo il metodo delle 3C: Competenza, Cuore e Coraggio. Dobbiamo avere competenze strategiche e digitali per stare ai tavoli che contano, coraggio per proporre nuove soluzioni e cuore per lottare e arrivare a risultati tangibili e misurabili.
Allora mi auguro e auguro a tutte noi di avere la consapevolezza che abbiamo risorse, competenze ed energie di dare realmente un impatto alla nostra vita, all’Italia, al mondo.
Ho assistito con ammirazione al grande lavoro svolto dalle donne della Community Donne 4.0 nato pochi mesi fa. Hanno usato il digitale per creare webinar, circoli virtuali, corsi online per regalare gratuitamente le proprie competenze -digitali e non- alle altre. Quante competenze ed energie abbiamo! E allora uniamo le forze e con un unico grande sogno lavoriamo per creare un mondo diverso, un mondo migliore, un mondo di pace e di rispetto.

In uscita il 30 settembre il nuovo libro, "Sorellanza digitale. Femminismo 4.0 tecnologico e inclusivo per una nuova alleanza tra donne e uomini".

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