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CAMBIAMO IL LAVORO, IN MEGLIO

È la convinzione che muove Indeed. Il sito web numero #1 al mondo per la ricerca di impiego ha come obiettivo quello di fornire a tutti i dipendenti e le dipendenti strumenti e supporto per aiutarli e aiutarle ad attraversare le diverse sfide e fasi della vita. Di questo e altro abbiamo parlato con Romina Zanetel, country marketing senior specialist
A cura di Michela Offredi
30 Mar 2024

Partirei dal binomio salute mentale e lavoro…

«Sicuramente in Italia possiamo migliorare il nostro approccio alla salute mentale, con un’attenzione particolare alla salute mentale sul lavoro. Uno studio condotto dall’Università di Harvard ha infatti confermato che i dipendenti e le dipendenti felici e mentalmente sani sono in media più produttivi del 31% rispetto ai colleghi e alle colleghe meno soddisfatti e soddisfatte. Questa informazione dovrebbe farci riflettere. Indeed è estremamente attenta a questo argomento; per noi, la salute mentale e il benessere sono valori che guidano numerose iniziative create per tutti i e le dipendenti».

Quali azioni e iniziative mettete in campo?

«Come sapete, siamo un’azienda internazionale con 12.000 persone che lavorano in più di 15 Paesi... quindi penso che sia virtualmente impossibile contare ogni singola iniziativa, ma abbiamo un team centrale che sviluppa annualmente un piano organizzato per macroregioni, EMEA, AMER e APAC. Ogni Paese ha le sue peculiarità e, anche se la nostra azienda madre è americana, prendiamo in considerazione le esigenze delle diverse realtà. Ad esempio, l’anno scorso in Italia abbiamo avuto una formazione sulla menopausa, che ho trovato estremamente interessante poiché non è un tema tipicamente affrontato dalle aziende. Inoltre, a gennaio è stata fatta una formazione globale sulla gestione finanziaria per i dipendenti che si identificano come donne. Oltre alla formazione, ci sono anche iniziative come permessi retribuiti illimitati (PTO) per tutti i e le dipendenti, 26 settimane di congedo per tutti i nuovi genitori (mamme, papà, genitori biologici o adottivi inclusi), sessioni gratuite di consulenza e coaching, e gruppi di risorse per i e le dipendenti che promuovono l’inclusività e l’appartenenza. In breve, l’obiettivo è fornire a ognunə nel mondo strumenti e supporto per attraversare le diverse fasi e sfide della vita».

Sulla tematica coinvolgete anche le realtà con cui lavorate?

«Come sito di lavoro più utilizzato a livello globale, Indeed si impegna a cambiare il lavoro in meglio, poiché sappiamo che un lavoro migliore porta a una vita migliore. Ci siamo affidati ad esperti ed esperte del settore per misurare il benessere dei lavoratori e delle lavoratrici, e visualizzare questi dati per le aziende di tutto il mondo. Questa iniziativa si basa sul più grande studio mondiale sul benessere lavorativo, con 15 milioni di sondaggi completati e in continuo aumento. Grazie alla misurazione degli indicatori chiave del benessere lavorativo (felicità, stress, soddisfazione e scopo), Indeed calcola il Work Wellbeing Score, attualmente disponibile negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada; è in corso la raccolta dei dati a livello mondiale. In Italia, chiunque desideri alimentare questa ricerca può farlo, compilando il sondaggio a questo link. Abbiamo chiesto anche dichiarazioni su dimensioni aggiuntive che ci aiutino a capire il motivo per cui le persone si sentono in quel modo e mostrino cosa determina il benessere lavorativo (ad esempio, l’appartenenza, la retribuzione equa, la flessibilità, l’apprezzamento, la fiducia e l’essere energizzati da ciò che fai). Crediamo che tutti e tutte meritino di stare bene sul posto di lavoro, e dare priorità al benessere a livello aziendale è un approccio vantaggioso per ognunə. Il nostro obiettivo è aiutare coloro che cercano nuoveopportunità a trovare un lavoro migliore e nel contempo supportare le aziende ad attirare e trattenere il talento necessario per far prosperare la loro attività».

Quali sono i fattori chiave per stare bene sul luogo di lavoro?

«La situazione è cambiata molto negli ultimi anni. Quando ho iniziato a lavorare come recruiter oltre 10 anni fa, le domande che mi facevano i candidati e le candidate riguardavano lo stipendio e l’orario di lavoro. Tuttavia, negli ultimi anni, l’attenzione si è spostata alle richieste sui benefit e sulla cultura aziendale, ad esempio l’opportunità di lavoro da remoto, la possibilità di partecipare a programmi di formazione e integrazione tra vita personale e professionale. Quello che è cruciale oggi è la capacità di individuare una gamma di iniziative che possano rispondere alle diverse necessità con un fine comune: promuovere il benessere per migliorare l’ambiente lavorativo e, di conseguenza, le performance/risultati. È importante non aspettarsi che tutti e tutte abbraccino tutto, poiché ognunə ha le proprie inclinazioni. Tuttavia, questo approccio ampio aiuterà a creare un senso di appartenenza e attaccamento».

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