
ALZHEIMER,VOLONTARIATO E INCLUSIONE
UN PO’ DI STORIA
Un medico e un’assistente sociale si confrontano sulla ricorrente richiesta di sostegno delle famiglie per la gestione di anziani con patologie cognitive. Prendendo spunto da un approccio proveniente dall’Olanda, l’Alzheimer cafè, ispirato al metodo Validation di Naomi Feil, decidono di aprirne uno a Milano.
Che cos’è un Alzheimer cafè? Un luogo di incontro informale, uno spazio/tempo, dove le persone con disturbi di memoria, ridotte capacità cognitive, difficoltà legate a patologie di demenza o Alzheimer, e i loro caregiver ritrovano il piacere di stare insieme, in un’atmosfera centrata sull’ascolto reciproco. Gli incontri si svolgono 2 volte alla settimana, sono guidati da professionisti e assistiti da volontari e si concludono con una “merenda”, da cui la denominazione Alzheimer cafè.
I risultati sono fin da subito sorprendenti: gli anziani hanno la possibilità di continuare a mantenere vive le relazioni sociali, combattere lo stigma e l’isolamento che li circonda, parlare dei propri problemi e, i familiari, delle strategie per risolverli conoscendo meglio la malattia.
La costituzione di un’associazione di volontariato (Al confine APS) ha facilitato l’elaborazione di un insieme di attività più ampio, aggiungendo agli Alzheimer cafè altre iniziative e progetti.
Dopo 16 anni gli Alzheimer cafè, sono diventati due, Al confine è entrata nella Rete Alzheimer del comune di Milano e nella rete del Progetto Caffè Alzheimer diffuso, che consorzia gli Alzheimer caffè a livello nazionale.
Oggi la Missione di Al confine è quella di promuovere il riconoscimento della dignità della persona nella vecchiaia, del suo essere soggetto al centro di una rete di relazioni, delle sue competenze e risorse, delle sue capacità di espressione, del suo ruolo nella società.
Agli Alzheimer cafè si sono aggiunti il progetto di sostegno domiciliare, finalizzato al recupero delle relazioni nell’ambito della comunità locale, attività formative ispirate al metodo Validation e di formazione per caregiver e operatori, Teatro e Musicoterapia, e infine, Arte-terapia come veicolo espressivo per eccellenza. Da alcuni anni si stanno sperimentando incontri intergenerazionali con la partecipazione di studenti di scuole primarie e medie con importanti risultati di riabilitazione espressiva ed emotiva degli anziani.
LE PARTI IN GIOCO
GLI ANZIANI, prevalentemente donne, di età compresa tra i 70 e i 90 anni.
Persone con disturbi di memoria, ridotte capacità cognitive, difficoltà legate a demenza o Alzheimer. Co-protagonisti sono i loro caregiver che condividono una parte delle nostre attività.
I VOLONTARI che tutte le settimane aprono gli Alzheimer cafè, concepiscono e organizzano la realizzazione dei progetti, gestiscono l’attività nel Consiglio direttivo, trovano i fondi per pagare tutto quello che volontariato non è (professionisti, materiali di consumo, sedi), partecipano ad eventi di dibattito sull’Alzheimer, tengono i rapporti con i soci, le istituzioni di riferimento (Comune, altre associazioni, università), e le famiglie dei partecipanti. E poi ci sono le contingenze: anche i volontari si ammalano, studiano, lavorano, hanno famiglia. Il motore di tutto questo è solo la loro motivazione intrinseca.
LA SOCIETÀ Quasi tutte le nostre attività si rivolgono a chi risiede in due zone di Milano, una più centrale, una periferica. I nostri veicoli di comunicazione sono il medico di famiglia, il centralino della Rete Alzheimer del Comune, le altre associazioni, e il passa parola, perché viene da referenze attendibili.
IDEE E PRINCIPI
Al confine vuole contribuire alla costruzione di una nuova cultura della Persona Fragile, oltre le abituali contrapposizioni salute/malattia, normalità/devianza, integrità/deficit.
Più in generale promuove il riconoscimento della dignità della persona nella vecchiaia, del suo essere soggetto al centro di una rete di relazioni, delle sue competenze e delle sue risorse, delle sue capacità di espressione e comunicazione, del suo ruolo nella società. Questo è ciò in cui credono i volontari di Al confine e per garantirlo si impegnano ogni giorno da 16 anni.