AIRC - Ripartire dalla fiducia nella ricerca per garantire accesso universale alla salute

28 Set 2020

A cura della Redazione

Fondazione AIRC da oltre 50 anni è in prima linea a sostegno della ricerca e dell’innovazione del nostro Paese, in campo oncologico, portando un beneficio tangibile per i sistemi della ricerca e della sanità italiani. Solo per il 2020 ha messo a disposizione della comunità scientifica oltre 115 milioni di euro per garantire continuità al lavoro di 5.300 ricercatori, impegnati a trovare le migliori soluzioni per ogni tipo di tumore. L’investimento sostiene 533 progetti di ricerca, 114 borse di studio, 22 programmi speciali attualmente in corso nei laboratori italiani, oltre allo sviluppo delle attività di IFOM, centro di eccellenza internazionale per lo studio dell’oncologia molecolare.

Un impegno rafforzato con convinzione anche nel fronteggiare l’emergenza Covid-19 attraverso la donazione straordinaria di 1 milione di euro alla Protezione Civile nazionale per tutelare i pazienti oncologici, i medici e il personale sanitario, e con la divulgazione costante di informazioni puntuali per i pazienti colpiti da cancro e per le loro famiglie.

Durante l’emergenza sanitaria molti scienziati e medici sostenuti da AIRC si sono impegnati in prima linea nelle corsie degli ospedali, altri hanno messo a disposizione laboratori per effettuare i test necessari a identificare le persone contagiate dal virus SARS-CoV-2 e altri ancora hanno continuato a lavorare senza sosta per garantire continuità alla ricerca oncologica. Da tutti loro, in modo unanime, anche in questo momento così complesso, arriva un forte messaggio di fiducia nel valore della ricerca scientifica.
Messaggio che Pier Giuseppe Torrani, Presidente di Fondazione AIRC, raccoglie e rilancia con forza per dar voce ai 5.300 scienziati AIRC:

“L’emergenza ha dimostrato il grande valore della sanità pubblica, dei suoi medici, degli operatori sanitari, ma allo stesso tempo ha messo in evidenza la drammatica sottovalutazione degli investimenti necessari per garantire prestazioni e strumentazioni, dispositivi per la protezione individuale, il necessario innesto di nuove figure professionali per garantire una risposta adeguata alla richiesta. Oggi, accanto all’impegno per rafforzare la sanità pubblica, siamo chiamati a disegnare una strategia che preveda investimenti rilevanti nella ricerca scientifica che, ora più che mai, sta dimostrando di essere il cardine attorno al quale ruoterà il nostro futuro”.


Appello ripreso con determinazione anche da Federico Caligaris Cappio, Direttore Scientifico di Fondazione AIRC: “Durante questa emergenza da molte parti si è sottolineata la fondamentale importanza della competenza, della scienza e della ricerca. È tristemente sbagliato però riconoscerla solo quando si verifica un’emergenza: la ricerca è importante sempre e la ricerca biologico-medica è essenziale per il futuro di tutti. Nella ricerca non servono atteggiamenti semplicistici né tanto meno scorciatoie, ma soltanto il lavoro impegnativo, difficile, costante dei ricercatori. Il cancro è un esempio lampante: i pazienti oncologici beneficiano oggi dei risultati che la ricerca ha ottenuto grazie a decenni di investimenti fatti anche da AIRC. Quando sarà tornato il sereno occorrerà operare con concretezza e realismo incoraggiando innovazione, collaborazioni interdisciplinari e pronto trasferimento alla clinica perché sappiamo bene che il cancro non aspetta”.


Il lavoro di medici e ricercatori non si è fermato durante l’emergenza sanitaria, come racconta Luca Malorni, ricercatore AIRC presso l’Unità di Oncologia dell’Ospedale di Prato: “Come medico mi sono trovato in una situazione a cui non ero preparato, con nuovi rischi, responsabilità e sfide da fronteggiare, in un quadro rapidamente in evoluzione. Confesso di essermi sentito anche inadeguato, almeno in un primo momento. Poi, mi sono rimboccato le maniche e ho dato fondo a tutte le risorse per fare del mio meglio".

Nel ruolo di ricercatore ho trovato minori difficoltà di adattamento: con il gruppo siamo riusciti a trasformare le attività in maniera sostenibile, cercando di conciliare le esigenze di sicurezza di tutti con il prosieguo dei programmi di ricerca. In ospedale, fin dall’inizio, l’imperativo è stato proteggere i pazienti dal contagio riducendo gli accessi il più possibile. Allo stesso tempo, però, abbiamo sentito l’esigenza di stare vicino ai nostri pazienti che in un momento come questo possono risentire più degli altri dell’incertezza e della precarietà della situazione. In questo contesto, mi è venuta l’idea di trasformare alcune tipologie di visite oncologiche in tele-visite, rifuggendo però da soluzioni telefoniche fai-da-te, ma ricercando forme di interazione più complete che rispettassero anche tutti i criteri di tutela della privacy e gli aspetti medico-legali. Mi sono quindi avvicinato al mondo della tele-medicina e, con un gruppo di lavoro multidisciplinare ad hoc, abbiamo sviluppato una procedura dettagliata per seguire i pazienti da remoto. Da questa procedura è nato un progetto pilota che abbiamo battezzato TEMPO (TEleMEdicina Per l'Oncoematologia) e che sta ora iniziando a funzionare presso il nostro centro ed è stato già adottato da altre oncologie italiane. Sono orgoglioso del ruolo che la scienza e la ricerca stanno svolgendo in questa crisi, dimostrando ancora una volta come la ricerca scientifica sia il vero motore che può trainare in un mondo sempre migliore”.

AIRC guarda già alle sfide dei prossimi mesi, forte di oltre 50 anni di fiducia dei suoi sostenitori nel lavoro di ricerca. L’impegno prioritario della Fondazione è garantire continuità alla ricerca oncologica per fornire le giuste risposte a tutti i pazienti, con diagnosi sempre più precoci e terapie personalizzate, efficaci e meglio tollerate. Un obiettivo da perseguire attraverso il rafforzamento del Piano Scientifico Strategico triennale che prevede, tra le altre attività, il lancio di un nuovo programma speciale multi unità, il consolidamento delle relazioni internazionali già avviate, l’investimento in ricerca clinica indipendente e il sostegno alla carriera dei giovani scienziati più promettenti.

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