ACCESSIBILITÀ DIGITALE

05 Ott 2022

La storia di Maria Terracina: “Grazie all’intelligenza artificiale ritroverò la mia voce”

di Marianne Rodger

Maria Terracina ha gli occhi scuri e penetranti dei siciliani e sprizza energia da tutti i pori. Potrebbe non parlare e comunicare con il suo corpo la sua curiosità e fame di vita. Maria però ha voglia di parlare! E di continuare a fare il suo lavoro in Global Supply Chain Procurement di Pfizer, che la porta ad avere relazioni e scambi con colleghi e fornitori in tutto il mondo.

Un cancro alle corde vocali nel 2018 le ha cambiato la voce, ma non la motivazione. Nel giro di tre anni, compaiono altri due tumori, di cui uno più serio ad entrambe le corde vocali e l’epiglottide, ed è stata necessaria una laringectomia, con l’asportazione totale delle corde vocali. “Il mio lavoro si basa sulla comunicazione. Mi occupo di negoziazioni e sono innovation coach, e amo anche fare la guida turistica, ma senza la possibilità di parlare cosa potevo fare? Temevo di non poter più comunicare in modo adeguato al mio ruolo in Pfizer e mi chiedevo se la mia sopraggiunta disabilità mi avrebbe consentito di continuare ad esprimermi nel mio lavoro e nella vita”. Una soluzione poteva, doveva esserci. Le parole di Maria arrivano chiarissime da un microfono attaccato al suo computer che oggi le consente di comunicare.

“Dopo aver ricercato soluzioni con vari softwares che cambiano la voce senza successo, mi sono messa in contatto con un mio collega dell’ufficio tecnologico per capire se poteva esserci la possibilità di sviluppare una soluzione che mi consentisse di essere ascoltata e compresa. Oggi esistono molte tecnologie di assistenza digitale, ma nessuna di queste funziona per una voce laringea come la mia che manca della variabilità delle frequenze”.

I colleghi di Maria, italiani e stranieri, esperti o meno, si sono tutti mobilitati per cercare di aiutarla in qualsiasi modo. “Non avrei mai immaginato di trovare tanta empatia e inclusione in tutti i colleghi Pfizer con cui lavoro. Sono fortunata di trovarmi in una grande azienda così attenta ai suoi dipendenti e alle loro diverse esigenze, il mio percorso sarebbe stato un altro se non fossi stata qui, dandomi l’opportunità di lavorare con i fornitori con questa voce, è, per me, una dimostrazione di cosa significhi rispetto delle diversità e inclusione”.


Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che insieme all’Unicef ha di recente lanciato il Global Report on Assistive Technology, si stima che ci siano 2 miliardi e mezzo di persone al mondo che necessitano di almeno un ausilio per la salute a fronte di circa 1 miliardo di persone che non riescono ad accedere a questi dispositivi.

Durante le sue ricerche, Maria entra in contatto con il professor Antonio Liotta dell’Università di Bolzano.

Grazie a lui scopre che la soluzione adatta a lei, e a casi come il suo, può essere sviluppata attraverso le tecniche più avanzate di intelligenza artificiale che permetterebbero di sintetizzare la voce in tempo reale; tuttavia, ciò richiede notevoli sforzi di ricerca per lo sviluppo delle strumentazioni adeguate, per il quale servono tanto tempo e molti fondi, al momento non sono disponibili.

Nel frattempo, nel dicembre del 2021 un gruppo di volontari di Digital Enterprise Platforms & Security di Pfizer si è riunito per documentare e sensibilizzare sull’uso delle tecnologie assistive digitali, per consentire a tutti i dipendenti un equo accesso alle tecnologie e dare a tutti le stesse opportunità di sviluppo e di carriera. Nell’aprile 2022 il team ha completato il percorso e oggi tutti i dipendenti della multinazionale americana del farmaco accedono a un catalogo digitale per informarsi e richiedere i più svariati device di supporto tecnologico per ogni tipo di problema visivo, uditivo, fisico, neurologico: dalle keyboards virtuali, ai supporti audio, dal digital Braille display, ai sistemi di modulazione vocale, fino ai sistemi di controllo a pedale per chi non può usare le mani e ai lettori video.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che insieme all’Unicef ha di recente lanciato il Global Report on Assistive Technology, si stima che ci siano 2 miliardi e mezzo di persone al mondo che necessitano di almeno un ausilio per la salute a fronte di circa 1 miliardo di persone che non riescono ad accedere a questi dispositivi.

Il cosiddetto “gap digitale” evidenzia una significativa disparità tra chi ha e chi non ha accesso all’informazione, con conseguenze non solo sulle persone, ma su tutta la società.

La pandemia del Covid 19 ha soltanto accelerato un processo già in corso. Abbiamo sperimentato che la tecnologia può aiutarci a trovare nuovi modi di lavorare e può garantire che tutti possano trarre vantaggio esprimendo le proprie capacità. Anche questo per Pfizer è tutela e inclusione di ogni tipo di diversità, significa anche andare oltre il farmaco e ricercare Innovazioni che cambiano la vita dei pazienti. La nostra mission è lavorare insieme per un mondo più sano e più sostenibile e questo significa avere una visione a 360 gradi, compreso poter garantire pari opportunità di lavoro attraverso l’aiuto della tecnologia.


Marianne Rodger

Diversity Equity & Inclusion Lead in Pfizer Italia

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