Emilia Garito
Era il 2013 quando mi accingevo a fare tutti i preparativi per il mio primo TED, il TED ACTIVE di Palm Spring organizzato per i navigati e anche nuovi Organizers degli ormai tanto diffusi eventi TEDx. Ero sicuramente entusiasta, ma anche un po’ curiosa di vedere e toccare con mano cosa fosse questa grande energia contagiosa che arrivava fino a noi e ovunque attraversando molti mari e confini culturali irraggiungibili. Ero quindi pronta anche a qualche delusione, del resto è spesso vero che la fama è più forte della realtà.
TED (Technology Entertainment Design) nasce nel 1984 negli Stati Uniti, con l’obiettivo di divulgare idee che meritano di essere diffuse: da qui l’ormai noto slogan “Ideas worth spreading”. Il format prevede fin da subito una modalità del tutto nuova di raccontare idee, storie e passioni: entro un massimo di 18 minuti, gli speakers al centro di un cerchio rosso posto a terra, su un palcoscenico vuoto, e la grande scritta rossa sul fondale, “TED”.
Trascorrono trent’anni e nel 2005 il format, sempre identico, incontra il digitale. I talks vengono quindi videoregistrati e caricati sulla piattaforma ted.com ove iniziano a navigare per il mondo, nel canale YouTube ad essi riservato. Pochi anni dopo il team di TED, con a capo Chris Anderson, immagina cosa accadrebbe se innumerevoli persone organizzassero diversi TED nel mondo. Così nasce il progetto TEDx che consente a persone appassionate, gli Organizers, di costruire una community locale e organizzare un evento su licenza TED, grazie all’aiuto di un team di volontari. Oggi, dunque, le conferenze TEDx sono ovunque. Solo negli ultimi dieci anni sono stati organizzati oltre 24.000 conferenze (TEDx) in circa 133 Paesi; sono stati caricati sulla piattaforma 100.000 talks e sono state raggiunte oltre un miliardo di visualizzazioni. Ma torniamo alla mia esperienza TED.
In Italia il brand era praticamente sconosciuto e la mia prima esperienza TED quindi necessitava di tutta la mia attenzione, poiché entro un anno avrei dovuto organizzare il mio primo evento, il TEDxRoma. Ero sull’aereo e mi domandavo cosa ci fosse di così speciale in questa conferenza da spingermi fino a prendere quel volo lunghissimo, con bimbe piccole al seguito e per oltre una settimana, tralasciando lavoro e impegni. In realtà tutti i pensieri che affollavano la mia mente scomparvero dopo due giorni quando, arrivata a destinazione, fui travolta dall’energia di un contesto fatto di persone incredibilmente diverse, ma vicine nella propria umanità e iniziai a capire perché mi trovassi lì e, soprattutto, cos’era un TED. Ebbene: la mia esperienza TED non è stata di fatto diversa da quella di tutti gli altri e le altre partecipanti. Esiste un solo modo di vivere il TED ed è attraverso alcune fasi brevi, ma intense: osservazione, confusione, distacco, avvicinamento, ascolto, comprensione, partecipazione, illuminazione. Ed è in quest’ultima fase che si inizia realmente a “comprendere”: TED non è una conferenza! È un’immersione di umanità e pensiero.
Pensiero che viaggia attraverso l’energia della community; è un’onda umana che vive e cresce attraverso persone che la alimentano, ogni giorno. Un movimento di donne e uomini e idee dirompenti, che in breve tempo diventano riferimento per la creazione di nuove idee e riflessioni ancor più ampie, le quali favoriscono e accelerano la formazione di una civiltà più consapevole e globale. Partecipare a un TED è un’esperienza unica e formativa per qualsiasi relatore, bravissimo o principiante, è la stessa cosa.
Lo speaker capisce fin da subito infatti che il TED talk è un atto di generosità, in cui l’ultimo protagonista della storia è proprio chi la racconta. È raro e difficile riconoscere nel cerchio rosso sul palcoscenico caratteristiche quali egocentrismo o finzione; lo speaker offre al pubblico, al contrario, una riflessione ampia e originale su temi spesso strumentalizzati dal nostro tempo, senza ricerca d’interesse o consenso, ma mosso dalla propria promessa di autenticità. Poiché se così non fosse, ossia se la promessa venisse delusa, allora TED diventerebbe un boomerang per lo speaker “audace” che ha pensato di poterlo usare per il proprio tornaconto. I temi che TED principalmente tocca sono: tecnologia, economia, ambiente, questioni sociali, crisi, disuguaglianze, architettura, design… e qualsiasi soggetto concorra a riattivare ciò che si sta smarrendo nella nostra “evoluta” civiltà: il pensiero critico. Pensiero critico che, come dimostra TED, può essere generato dalle persone più insospettabili e lontane anni luce dalla nostra vita. Richard Turere, che nei miei ricordi resterà per sempre “il ragazzo dei leoni”, era un giovanissimo speaker (12 anni!), keniota, che aveva escogitato da solo un sistema per proteggere il proprio villaggio dall’attacco notturno dei leoni.
L’onda TED avanza, semina idee e attese, crea relazioni e dialoghi e rende vicini, poiché esalta il modo unico e nobile di essere umani, intelligenti e liberi. I leoni non temono il fuoco, lo aveva già sperimentato, ma hanno paura della luce in movimento. La luce rimbalzava nella notte e il villaggio era al sicuro. Ascoltare la storia, ascoltare lui, fu incredibile e a distanza di anni non ne dimentico gli occhi, le parole incerte, interrotte dall’emozione e dalla paura di non essere abbastanza. Ma ciò che raccontava era forte e vero e non lasciava dubbi sulla grandiosità del piccolo speaker. Le persone che vivono nella community TED, ovvero organizers, followers, traduttori, partners e naturalmente gli speakers, plasmano insieme un’esperienza costruttiva, ispirata da intuizioni e conoscenze che, mescolate, danno vita a un messaggio forte e generano grande entusiasmo. Entusiasmo per le persone, per i racconti, per le situazioni e, soprattutto, per i propri sogni. E soprattutto oggi, in un mondo distratto e vulnerabile, dove la società pare spenta dal consumismo, offuscata dall’ignoranza, svilita dalla crisi e dal dilagare del falso, dove le opinioni rubano posto alla conoscenza senza averne l’autorevolezza, è proprio questo entusiasmo che può e deve essere il rompighiaccio necessario ad aprire nuovi varchi, nuove strade curiose tese alla ricerca di conoscenza e talento. L’onda TED avanza, semina idee e attese, crea relazioni e dialoghi e rende vicini, poiché esalta il modo unico e nobile di essere umani, intelligenti e liberi. Non arrestiamola.