Marco Buemi

Le Organizzazioni nazionali ed internazionali, che investono nelle politiche di diversità ed inclusione nel mondo del lavoro, negli ultimi anni hanno fatto passi in avanti sia in termini di risorse investite che di incisività nell’attuazione delle politiche elaborate. Ma cosa significa questo in termini pratici per i cittadini, ma soprattutto per lavoratori e Organizzazioni pubbliche o private, e perché ormai è diventato indispensabile adottare politiche del lavoro inclusive? Il Diversity Management si presenta come una azione complessa e trasversale volta alla realizzazione di ambienti di lavoro caratterizzati da maggiore confronto, scambio di esperienze, flessibilità, condivisione e cambiamento finalizzato all’empowerment di ogni singolo individuo che entra a contatto con il sistema. In tal senso, praticare azioni orientate al Diversity Management significa attivare processi organizzativi e comunicativi in grado di far emergere il potenziale cognitivo, creativo e relazionale insito nel concetto stesso di diversità. Per questi motivi puntare sul Diversity Management significa, per un’Organizzazione, promuovere strategie di reclutamento e gestione delle risorse umane che mirino alla valorizzazione delle diversità (di genere, di origine etnica e religiosa, di età, di abilità fisiche, di orientamento sessuale ed identità di genere).

L’ipotesi che sta alla base del Diversity Management è che una gestione della forza lavoro centrata sull’inclusione e sulla promozione delle diversità può offrire ad aziende e amministrazioni pubbliche una serie di vantaggi competitivi: incentivo al cambiamento, valorizzazione dei talenti, spinta a trovare soluzioni innovative, maggiore capacità di adattarsi all’eterogeneità di clienti e mercati, aumento del commitment dei dipendenti, valorizzazione dei background formativi e di esperienza, creazione di ambienti di lavoro più armoniosi. Alla luce di ciò, nell’ultimo decennio sono divenute sempre più numerose imprese ed amministrazioni pubbliche che hanno iniziato a considerare il Diversity Management come un asset strategico dei propri sistemi organizzativi e della loro politica di sviluppo. Oggi il percorso si è ulteriormente evoluto con una nuova piattaforma Inclusive Mindset, lanciata a settembre del 2017 a Milano, promossa da Fondazione Adecco per le Pari Opportunità, Fondazione Sodalitas ed Interaction Farm.

Inclusive Mindset opera per favorire la creazione di azioni positive e buone pratiche che rendano il mercato del lavoro più inclusivo, aperto alle competenze e ai talenti. La propagazione di questa mentalità inclusiva ha come obiettivo privilegiato l’ambito del lavoro ma non dimentica l’importanza di coinvolgere l’opinione pubblica, la scuola, i media, le aziende e i policy maker. Con questo progetto si vogliono creare strumenti e percorsi particolari per favorire il contatto tra le aziende e gli individui vittime di pregiudizi ed esclusione, nella convinzione che il loro adeguato inserimento nella realtà lavorativa rappresenti uno stimolo fondamentale per le Organizzazioni e le Aziende, in termini di nuove idee, competenze e strategie alternative nella programmazione delle loro attività.

La novità dell’approccio è rappresentata dall’utilizzo dei social network e degli attuali strumenti digitali. Per migliorare l’efficacia degli incontri il progetto, infatti, mette a disposizione dei beneficiari e dei soggetti coinvolti i seguenti strumenti: incontri domanda/offerta tra beneficiari e aziende (Inclusive Job Day); piattaforma digitale e social attiva 365 giorni all’anno per l’orientamento, la gestione delle candidature ai lavori dell’azienda e per mettere alla prova le proprie competenze e la conoscenza del mercato del lavoro (Engage Gamification); premi per le aziende virtuose (Inclusive MindsetAward); formazione, condivisione di esperienze e buone pratiche (Inclusive Mindset Academy). Dopo 10 mesi di attività Inclusive Mindset è riuscita a coinvolgere 140.000 persone nelle conversazioni social ma soprattutto è riuscita a coinvolgere negli eventi di Academy e Job Day 1.210 persone, alcune delle quali sono state già assunte direttamente dalle aziende durante le giornate di Job Day che si sono tenute a Milano e Roma nei mesi di febbraio e maggio. Una delle esperienze più innovative realizzata dall’Academy e apprezzata dai responsabili di recruiting delle aziende, è stata quella di proporre una Biblioteca Vivente. “Non si giudica un libro dalla copertina” è stata la metafora di scoperte sorprendenti per i libri viventi, persone disabili e di origine straniera, e per i lettori, responsabili del personale e diversity manager.

Per entrambi c’è stata una copertina che ha trasmesso e filtrato le informazioni in modo deformato. Questi esempi raccontano di passi in avanti verso un cambiamento ormai inevitabile e possono rappresentare, con i dovuti adattamenti che tengano conto delle specificità, una fonte d’ispirazione per le Organizzazioni che per essere sempre più competitive sul mercato devono inevitabilmente ripensare la propria gestione delle risorse umane, in termini di innovazione ed inclusione, implementando sempre di più la cultura delle differenze.

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