OLIMPIA ZAGNOLI FOR BARILLA

“Prendete un viaggiatore che sceglie un sentiero sbagliato. Se il sentiero gli fa scoprire cose su se stesso e sul mondo che non avrebbe mai conosciuto e che lo rendono una persona migliore, possiamo davvero dire che la strada che ha imboccato era quella sbagliata?”

Inizia con queste parole il video istituzionale con cui Barilla celebra gli ultimi cinque anni di progetti sull’inclusione delle diversità. Dopo un lungo percorso di presa di coscienza e confronto interno, Barilla, guidata da un Comitato di crisi comprendente Igor Suran di Parks, David Mixner attivista LGBT e scrittore, Lisa Kepinski Founder & Director Inclusion Institute, Seth Adam portavoce di Glaa, Kristen Anderson Chief Diversity & Inclusion Officer, Kimberly Braithwaite Senior Human Resource Manager-Americas at Barilla Group e molte altre personalità, ha affrontato una serie di importanti passi che hanno permesso di essere, quest’anno, la prima azienda italiana a sostenere gli Standards of Conduct for Business dell’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani delle Nazioni Unite: salto di qualità che poche aziende possono vantare. E ora che la ruota gira, non si fermerà di certo: sono moltissime infatti le iniziative, gli eventi, le collaborazioni che il Gruppo di Parma promuove sul tema dell’inclusione.

Tra le più recenti e significative c’è il progetto di Olimpia Zagnoli: un’edizione speciale della confezione di Spaghetti N°5, decorata con un’illustrazione colorata e un po’ pop com’è l’inconfondibile cifra di Olimpia Zagnoli: in fondo, queste donne, presenti nelle belle e fortunate illustrazioni per Perugina, Prada, Salani e molti altri grandi marchi italiani, sono lontane eredi delle modelle pop degli anni Sessanta di Giosetta Fioroni e rappresentano un gioioso inno alla diversità e all’inclusione. L’occasione è nata fortunosamente, in occasione dell’evento annuale Pasta World Championship, a cui Barilla partecipa tradizionalmente e che si è tenuto a Milano lo scorso 24 e 25 ottobre 2018.

“Un giorno, ho disegnato una coppia di donne innamorate, che condividono un piatto di spaghetti a tarda notte, e l’ho inviato a Barilla” – ci racconta Olimpia, seduta dietro la sua scrivania, in un affascinante studio di Porta Ticinese – “Non avrei mai creduto che l’Azienda l’avrebbe accettato, e, invece, l’ha fatto”.

C’è molta cultura visiva e grafica italiana nel lavoro di Olimpia Zagnoli. C’è il desiderio di inventare un mondo, tipico dei Futuristi (abiti, cuscini, scarpe); ci sono colori vivaci, gli anni Sessanta, il boom economico, e donne dalle forme stilizzate, impreziosite da un neo sopra il labbro. Lo stile di Olimpia è leggero, sintetico e simbolico al contempo; geometrie e forme che si confrontano con l’immagine dell’Italia all’estero. C’è la memoria, la grande estate, la Toscana, c’è Milano, il design e lo “stile di vita”, come lo definì per primo Giò Ponti.

“L’idea, da cui sono partita, è stata molto diretta: una coppia di amanti che mangiano un piatto di spaghetti nella notte” – dice Olimpia, mostrando i primi bozzetti.

Infatti, questa forma di espressione semplice e potente si è rivelata vincente, di una semplicità disarmante.

“Seguiamo il lavoro Olimpia da diversi anni, con ammirazione, perché ci piace lo stile essenziale, semplice e gioioso. È come un piatto di spaghetti al pomodoro! – afferma Kristen Anderson, Responsabile Diversità e inclusione di Barilla – “L’immagine che Olimpia ha realizzato per noi è un messaggio d’amore e inclusione, ambito nel quale Barilla si impegna molto. Negli ultimi anni abbiamo fatto passi significativi nel nostro percorso di diversità e inclusione. Pensiamo che non siano solo la cosa giusta da fare; è anche fondamentale per il nostro modo di fare impresa. I Brand con un grande audience hanno la responsabilità di parlare anche per chi non ha voce. E anche la più piccola scelta racconta, volenti o nolenti, il messaggio che l’azienda vuole mandare. Non è un caso, infatti, che Barilla abbia ottenuto un alto punteggio nella Human Right Campaign, associazione per i diritti degli omosessuali che stila ogni anno il Corporate Equality Index (graduatoria basata sulle politiche interne ed esterne aziendali in questo campo).

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