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07 Mar 2023

Le aziende sono sempre più green e questo trend po- sitivo interessa, in Italia e nel mondo, tutti i settori produttivi.

Progressivamente, aumenta il numero delle imprese con una awareness del ruolo che sono chiamate a giocare nel- la lotta al Climate Change e si allarga anche il campo d’azione: la sostenibilità, oggi, è una partita che si vince solo considerando l’intera sfera d’influenza dell’organizzazione. Basti pensare che - come registra l’UNCTAD - l’80% del commercio mondiale dipende dalle catene di fornitura, e la normativa in materia di- venta sempre più stringente. Inevitabile, quindi, un’attivazione delle filiere orientata agli SDGs delle Nazioni Unite, fra i quali anche il numero 13 – Climate Action.

Le strategie di riduzione delle emissioni in atmosfera restano la componente principale dell’Azione per il Clima da parte delle aziende ma, fino a poco tempo fa, questo sforzo si concentrava esclusivamente sul contenimento delle emissioni derivanti dalle attività produttive e dall’energia acquistata e consumata (Scope 1 e 2), poste quindi sotto il controllo diretto dell’impresa stessa. Oggigiorno, appare più chiaro come per l’azienda sia necessario lavorare anche sulle emissioni indirette generate lungo la propria catena di fornitura (Scope 3) per progredire efficacemente verso un’economia net-zero.

La strada però è ancora tutta da percorrere: secondo la 2022 CO2 AI by BCG Carbon Emissions Survey, che ha coinvolto oltre 1.600 aziende (per lo più europee) con 1.000 o più dipendenti e operanti in vari settori, Scope 3 è una priorità solo per il 12% di queste, anche se rappresenta il 90% delle emissioni totali.

La sfida relativa allo Scope 3 resta, quindi, aperta. E non è l’unica: sempre secondo il Rapporto del BCG, solo il 10% delle aziende intervistate è attualmente in grado di misurare in modo esaustivo le proprie emissioni e permangono gravi lacune in termini di accuratezza della misurazione, nonostante esse riconoscano i notevoli vantaggi della decarbonizzazione. Guardando al futuro, come si lavora con le supply-chain per la riduzione delle emissioni? Anzitutto, è importante proce- dere con una Mappatura dei propri fornitori, che consenta di avere conoscenza, non solo quantitativa, ma anche qualitativa della propria catena produttiva, facendo emergere situazioni di maggiore criticità, ad esempio connesse alla localizzazione in aree di rischio o alla tipologia di attività realizzata. Coin- volgimento attivo dei fornitori, ossia vero e proprio ingaggio in politiche e misure a supporto di una transizione che sia in

primis culturale, e non solo selezione etica e sostenibile degli stessi. La partecipazione attiva lungo la catena del valore può essere facilitata dall’utilizzo di piattaforme digitali create per connettere e coinvolgere le filiere. Monitoraggio e misurazione restano punti fondamentali: mappando in modo sistematico la filiera, l’impresa può comprendere la propria situazione di partenza e individuare obiettivi di miglioramento, da riprogrammare nel tempo secondo una logica di progresso. Esempi concreti sono rappresentati da questionari di autovalutazione del fornitore, strumenti come Ecovadis o nuove piattaforme come Open-Es in cui viene valorizzata la collaborazione tra aziende diverse. La misurazione ha, inoltre, il fondamentale obiettivo di rendere omogenei i dati sui fornitori in termini di performance di sostenibilità, permettendone la comparabilità.

Queste azioni devono essere implementate secondo una logica win-win, per cui se il supply chain sustainable management è sempre più percepito come un’opportunità per le aziende, in termini di efficientamento di risorse e costi, riduzione del rischio e garanzia della continuità delle forniture, questo coinvolgimento deve anche tradursi in un vantaggio per le imprese della filiera, soprattutto per le più piccole da accompagnare e formare sui temi della sostenibilità.

Considerando la rilevanza del dibattito sul tema e volendo contribuire alla sua implementazione, il Global Compact delle Nazioni Unite ha elaborato un modello in sei fasi utile alle aziende per la gestione sostenibile delle filiere, pubblicazioni e strumenti.

Inoltre, ad ottobre 2022 l’UN Global Compact Network Italia ha lanciato al livello nazionale il suo nuovo Po- sition Paper su «La gestione sostenibile delle catene di fornitura: tra responsabilità e opportunità per le imprese», elaborato con il contributo di oltre trenta aziende italiane aderenti all’UN Global Compact. Il documento è stato presentato anche alla comunità internazionale nel mese di novembre nell’ambito di COP27 a Sharm El-Sheikh in Egitto.

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